Più tutela nei confronti delle donne affette da depressione post partum. Il Ministero della Salute sta vagliando l’ipotesi del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) per le donne che hanno partorito da poco e sono depresse.
Ad aver inoltrato la proposta al Ministro della Salute Ferruccio Fazio, è stato Giorgio Vittori, presidente della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), insieme ad Antonio Picano, presidente dell’Associazione Strade onlus.
Le donne vanno dunque seguite costantemente, in primo luogo per tutelare la loro salute fisica e psichica, in un momento delicato e di cambiamento come la nascita di un figlio, e in secondo luogo per preservare il bambino da conseguenze legate alla depressione materna, tra cui la sindrome di Medea.
Si tratta del risvolto più grave della depressione post partum, cioè l’infanticidio Antonio Picano ha spiegato: “La depressione post partum ha almeno tre forme. Quella più grave è una condizione decisamente patologica ma che, non ci si scandalizzi, ha una componente profondamente biologica. In natura è come quando una cagnetta mette al mondo nove cuccioli e ha solo otto mammelle. Inevitabilmente un piccolo muore“.
Non serve creare allarmismi ma seguire le persone colpite da questo problema: “La donna affetta da depressione post-partum non può essere trattata come una qualsiasi criminale. L’impulso di eliminare il proprio figlio è purtroppo un sintomo tipico e ben conosciuto. Si tratta di una forza estranea alla volontà della persona contro la quale la donna depressa lotta strenuamente e di cui si vergogna profondamente: non può comunicare a nessuno i suoi pensieri, in particolare al marito, ma anche la mamma o la sorella vengono tenute all’oscuro di questo dramma“.
Ed ecco la proposta di Vittori e Picano: l’applicazione del Tso anche fuori dall’ospedale, per tutte quelle donne che hanno mostrato segnali lehgati ad un problema depressivo e tendenze omicida. 24 ore su 24 le neomamme in questione sarebbero monitorate e aiutate direttamente a casa propria da un’equipe specializzata. L’idea nasce da un’indagine condotta dalla Sigo fra i propri soci, sulla cui base ha attivato già nel 2008 la campagna nazionale “Non lasciamole sole” con l’obiettivo di costruire una rete di protezione per tutelare soprattutto le donne più fragili.
Occorre maggiore attenzione verso questo tipo di problematiche, spesso sottovalutate, sostengono gli esperti. La depressione post partum riguarda il 10% delle donne, ossia 50 mila a 75mila neomamme ogni anno in Italia. Riguarda in misura minore anche i papà, per cui la necessità di un supporto sembra quantomai ovvia, per la salute non solo della donna ma dell’intera famiglia.
Francesca Mancuso