Sulle nostre tavole impazzano i cibi contaminati da pesticidi. Frutta e verdura, che secondo gli esperti dobbiamo consumare almeno 5 volte al giorno. Ma tra fitofarmaci e anticrittogamici si ha tanto la sensazione di ingurgitare veleno.
Così, nel rapporto “Pesticidi nel piatto“, l’indagine annuale sull’uso di fitofarmaci in agricoltura elaborata sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e laboratori zooprofilattici, Legambiente lancia un allarme: la verdura è più inquinata.
Rispetto ai dati già allarmanti dell’anno scorso, si è registrato il 3% in più di residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia. Solo il 50% della frutta italiana non è contaminata, mentre a 32 anni di distanza dalla messa al bando, si ritrovano tracce di DDT in un campione di insalata esaminato in Friuli.
Dal dossier emerge un aumento dei prodotti contaminati da uno o più residui di pesticidi (da 27,5 a 32,7%) e di campioni irregolari (da 1,2 a 1,5%). Tra le verdure il 76,4% dei campioni risulta senza residui, contro l’82,9% del 2009; 45 sono i campioni fuori legge e il 22,3% risulta contaminato da uno (15,8%) o più residui (6,5%, nel 2009 erano il 3,5%). D’altro canto, si riducono, almeno, i campioni di frutta irregolari per residui oltre i limiti consentiti o per molecole non autorizzate, passando dal 2,3% dello scorso anno all’1,2, anche se aumentano quelli “regolari ma contaminati da uno (22%) o più residui (26,4%)”.
Quanto ai prodotti derivati – miele, pane, vino e altri – il 77,7% è regolare senza residui (erano l’80,5% nel 2009); il 10,3% è regolare con un residuo e il 9,3% contiene più di un residuo contemporaneamente. Il 2,7% risulta invece irregolare (39 campioni su 1435).
Dichiara Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, “I risultati del rapporto sono preoccupanti sia per l’aumento dei campioni con multi residui, sia per le criticità risultati doppie in percentuale nella verdura rispetto allo scorso anno. I consumatori quindi devono sempre più stare attenti ad osservare le regole di igiene nell’uso di frutta e verdura, educando soprattutto i ragazzi“.
Come se non bastasse, sono venuti fuori anche casi di prodotti “particolarmente” inquinati o “multi-contaminati”:
- un campione d’uva bianca in Sicilia conteneva ben 9 residui diversi di pesticidi (Clorpirifos, Clorpirifos-metile, Cyprodinil, Dimetomorf, Fenhexamid, Fludioxonil, Miclobutanil, Penconazolo, Tiabendazolo);
- un campione di pere analizzato in Campania con 5 diversi residui chimici (clorpirifos, boscalid, etossichina, captan di fenilammina, clozolinate);
- un campione di vino esaminato in Friuli con 6 diversi residui chimici (dimetomorf, boscalid, pyrimetanil, fenexamid, metalaxil, iprovalicarb).
Quest’anno, infine, anche gli Istituti zooprofilattici sperimentali (IZS) hanno sostenuto Legambiente prendendo in esame anche gli alimenti di origine animale. Sono risultati irregolari alcuni campioni di carni di coniglio e tacchino e di latte vaccino e ovino per la presenza di diossine.
Insomma, un uso sostenibile dei fitofarmaci sembra essere ancora molto lontano. Io, intanto, cosa preparo da mangiare a mio figlio?
Germana Carillo