Si sa, i capelli sono la cornice del volto di ogni donna. E quando si hanno problemi di caduta o, addirittura, di calvizie di vario genere e natura, non c’è da perder tempo.
Secondo alcuni studi, 11 milioni di italiani perdono i capelli e, fra questi, uno su 3 è donna. Anche l’analisi condotta dall’American Academy of Dermatology conferma l’allarme tricologico. Il 30-33% delle donne americane perde i capelli e i dati sono in continua crescita, al contrario delle chiome.
Forse non potete ricordarvi Ornella Muti (falsamente) calva in “La Ragazza di Trieste”, film di Pasquale Festa Campanile, ma un volto come il suo risultava splendido anche senza chioma fluente. Purtroppo, le donne “comuni” non possiedono la bellezza e lo sguardo magnetico dell’attrice italiana.
Tuttavia, la calvizie di rado è un problema femminile e, come sappiamo, l’alopecia può essere risolta. Infatti, i motivi della caduta temporanea dei capelli sono fra i più svariati: stress, cattiva alimentazione, carenza di ferro, il malfunzionamento della tiroide, il post parto, tutte cause curabili. In sostanza, si tratterebbe di momenti passeggeri durante i quali il capello reagirebbe allo stress.
Il nome “tecnico” è Telogen Effluvium e la causa non sarebbe di origine androgenetica. Uno studio spagnolo presentato a Roma al Congresso nazionale della Società italiana medicina estetica, ha individuato l’alopecia psicogena. Questa è un tipo di patologia causata dallo stress e che da una parte aumenterebbe l’ipertensione e, dall’altra, procurerebbe ansia determinando forti ripercussioni sulla vita del capello.
Per quanto concerne lo stress da parrucchiere: mèche, tinture, extension, cui spesso sottoponiamo i nostri capelli non sarebbero fattori determinanti per la salute del capello.
Al contrario, la stiratura attraverso la spazzolatura (brushing) cui viene sottoposta la chioma riccia e ondulata provocherebbe un urto tale da generare microtraumi ripetuti che a loro volta causerebbero un’alopecia da trazione piuttosto dannosa.
Ulteriori analisi hanno dimostrato che l’alopecia femminile non dipende soltanto dagli ormoni androgeni, quelli maschili, ma anche dalla mancanza di estrogeni. Quello che avviene, infatti, dopo il parto, durante la menopausa o dopo l’interruzione della pillola contraccettiva. Inoltre, andrebbero monitorati i livelli di ferritina e trigliceridi con analisi del sangue almeno annuali.
Una soluzione, invece, per l’alopecia androgenetica arriva dal plasma sanguigno dal quale si isolerebbero le piastrine ricche di EGF, Endothelial Growth Factor, che si collocherebbero sotto forma di “pappa” sul cuoio capelluto e si massaggerebbero attraverso un rullino con aghi o, altrimenti, attraverso la mesoterapia applicata al capello. Naturalmente queste operazioni devono essere effettuate in ospedali o ambulatori.
Non sarà necessario impersonare Lady Godiva, che cavalcava il suo cavallo vestita soltanto delle lunghe chiome, ma i capelli sono spesso indicatori di femminilità.
E, se proprio non riusciamo a mantenerli sani, ricordiamoci del fascino della “cantante calva” Sinead O’ Connor e consoliamoci.