I primi sintomi dell’autismo si trovano già nei primi vagiti del neonato. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università del Kansas, diretti dal professor Stephen Warren.
Secondo lo studio, pubblicato su Pnas, grazie ad un particolare esame che ascolta con attenzione i suoni della voce del bambino durante i primi mesi di vita, è possibile trovare le tracce della futura malattia e di conseguenza iniziare una terapia in maniera tempestiva.
Ecco come gli studiosi sono giunti a tale conclusione.
Lo studio ha preso in esame 232 bambini di età compresa dai 10 mesi ai 4 anni, registrando e monitorando le loro impressioni vocali per 1500 volte. Successivamente, le registrazioni sono state analizzate da un sistema informatico, il Lena (Language Environment Analysis).
Sono ben 12 i parametri del linguaggio che il Lena verifica. Tra essi, il più importante quello riguardante la capacità di emettere sillabe con movimenti rapidi della mascella e della lingua, che potrebbe rivelare la presenza dell’autismo. Grazie a tale tecnica, il sistema ha avuto successo nell’86% dei casi.
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Warren spiega l’esito della sperimentazione:
“Questa tecnologia potrebbe aiutare i pediatri a capire se è il caso di mandare il bambino a uno specialista per una diagnosi completa, affinché il disturbo dello spettro autistico (DSA) possa essere diagnosticato precocemente e i trattamenti appropriati iniziati in anticipo”.