I grassi lo fanno meglio. Ma come è possibile? E i palestrati e i magri che fine hanno fatto? Battuti a letto dai grassocci? Pare proprio di sì!
Uno studio fatto dalla Erciyes University di Kayseri in Turchia e pubblicato dall’International Journal of Impotence Research, ha infatti assegnato agli uomini grassi il gradino più alto del podio nella gara di “chi è più bravo a letto”.
E in base a cosa l’hanno stabilito? All’indice di massa corporea. Correlando infatti il BMI e le prestazioni sotto le coperte, hanno appurato che chi ha più grasso in corpo dura più a lungo. Ebbene sì! Durante lo studio – durato un anno intero su un campione di 100 uomini – gli uomini in sovrappeso infatti, non hanno avuto problemi di eiaculazione precoce come i più snelli: anzi, son durati in media 7,3 minuti – contro il minuto e 8 centesimi dei normopeso. Quattro volte di più! Il controllo dei magri è arrivato a soli 108 secondi. Perché? Perché più grasso nel sangue implica anche più estradiolo, un ormone femminile della famiglia degli estrogeni, che pare proprio correlato alla durata dell’atto sessuale: è lui infatti che agisce sui neurotrasmettitori del cervello che controllano l’eiaculazione. Chi invece non è stato in grado di trattenersi dall’emettere sperma, aveva infatti livelli bassissimi di questo ormone.
Un altro studio australiano aveva già appurato, sulla base di indagini nel regno animale, che negli uomini grassi la probabilità di avere rapporti sessuali di lunga durata aumentava notevolmente. La ricerca pubblicata sul Journal of Evolutionary Biology, si è basata sulle osservazioni del comportamento dei pesci tropicali per arrivare alla conclusione che avere più partner arresta l’evoluzione e lo sviluppo. Come a dire che tradire non è poi così salutare non solo a livello morale! “La nostra ricerca dimostra che i maschi pagano un alto prezzo per la loro promiscuità con un limite imposto al numero di partner sessuali che possono avere nel corso della loro vita”, commenta il ricercatore Alex Jordan.
I pesci che si accoppiavano con una sola partner e avevano una regolare “vita di coppia” infatti mangiavano anche regolarmente e vivevano più a lungo; inseriti invece in un contesto con nuove “pescioline da corteggiare”, cominciavano invece a vivere col chiodo fisso dell’accoppiamento, dimenticandosi del cibo, crescendo più lentamente e arrivando ad avere un morte precoce. Un monito della natura allora a rimanere fedeli? Può essere!
I sessuologi turchi hanno confermato ulteriormente le tesi del team dell’Evolution and Ecology Centre dell’Università del Nuovo Galles.
Sesso e cibo sono allora ancor più strettamente correlati che non solo nei modi dire. Chi mangia di più, è più attivo a letto; e chi è più fedele, mangia meglio e di più. Una sorta di gatto che si mangia la coda se volete, oppure semplicemente un modo per assecondare la natura e vivere davvero meglio. Certo, eccedere nel cibo ed essere troppo grassi non è lo stile di vita ottimale – tanto più se si pensa che l’attività sessuale potrebbe portare a ritmi cardiaci troppo elevati per un obeso. Ma senza eccedere appunto, rimanere troppo magri e snelli potrebbe essere davvero un modo per non far faville nemmeno a letto – e non solo per una questione di poca energia, ma proprio per una questione ormonale.
Chi allora si domandava esterrefatto come la propria vicina di casa così carina e graziosa potesse essere sposata con quel grassoccio di suo marito, ha finalmente svelato il mistero: non basta essere belli e magri per poter far cadere una donna ai propri piedi. Anzi, per farla rimanere nel proprio letto pare proprio di dover avere qualche chilo in più!
Dunque è proprio vero che per sedurre un uomo bisogna prenderlo per la gola, o forse è proprio il caso di dirlo, per la pancia! Una bella e succulenta cenetta per qualche settimana di fila e si possono far prendere i chili necessari al nostro partner per avere prestazioni, se non da stalloni, in ogni modo molto più soddisfacenti e decisamente più lunghe!
Valentina Nizardo