Il pupo di famiglia è pronto per lo svezzamento? Vuol dire che il bebè ha superato almeno i primi 4 mesi di vita attaccato alla poppa e ora è il momento di dargli le prime cosucce diverse dal latte materno.
Ovvio, sarà il vostro pediatra a dettarvi i tempi e i modi dello svezzamento. Ma possiamo dire in tutta tranquillità che, in linea generale, valgono per tutti i bimbi le stesse regole e le stesse modalità. Poi sta alla mamma adeguare le une e le altre alle proprie esigenze e, soprattutto, a quelle del proprio bambino.
Se per svezzamento si intende il passaggio da un’alimentazione basata esclusivamente sull’assunzione di latte ad un’alimentazione mista, ciò non vuol dire che stasera al marmocchio dovrete preparare il ragù con le cotiche. Anche se, probabilmente, sarà cosa a lui gradita, non è così che si comincia. Lo svezzamento dovrà essere graduale, dovrà prevedere solo determinati alimenti e dovrà essere fatto nel rispetto di tempi ben precisi.
E allora, cerchiamo di conoscere insieme qualche piccola regola e, mammine care, ricordate che anche in questa fase, come in tutte le altre, il vostro mocciosetto ha bisogno di serenità e sicurezze.
Indice
Quando iniziare
Il dubbio che può affliggere la mamma che si accinge a smettere di allattare il pargolo è sempre lo stesso: qual è il momento giusto per iniziare lo svezzamento? Ebbene, diciamo che un periodo preciso non esiste perché non c’è un’età che sia valida per tutti i bambini e non esiste uno schema alimentare unico ed applicabile a tutti. Opinione comune, comunque, vuole che il periodo più adatto sia tra il 4° e il 6° mese del bambino.
Tuttavia, ci sono molti bambini che assumono volentieri il latte anche oltre il 6° mese e forzarli potrebbe portare a risultati poco felici. Il piccolo potrebbe infatti “ribellarsi” all’imposizione rifiutando costantemente di assaggiare nuovi alimenti. Al contrario, altri si mostrano precoci nel voler provare un po’ di tutto.
Per questo motivo wellMe ripeterà all’infinito che per avere le indicazioni più adatte è sempre bene rivolgersi al proprio pediatra, che studierà le caratteristiche vostre e del vostro pargoletto e saprà personalizzare lo schema giusto da seguire, senza inutili e nocive generalizzazioni.
Tra l’altro, lo svezzamento rappresenta anche la delicata fase del distacco dalla figura materna, il primo tentativo di autonomia, grazie al quale il piccolo sperimenta nuove esperienze gustative: bere e mangiare assumono grande importanza nel suo sviluppo emotivo.
Gli schemi alimentari non devono essere troppo rigidi, ma rispettate le preferenze del bambino, introducendo gli alimenti uno per volta, in modo lento e graduale, facendo attenzione anche ad eventuali intolleranze e allergie che si possono presentare.
Gli alimenti
Armatevi di tanta ma tanta pazienza, perché il periodo iniziale dello svezzamento può essere complicato. Il bambino potrebbe rifiutare i primi omogeneizzati e strapparvi di mano il cucchiaino pretendendo una tetta (per lui più comoda, soffice e… al sapor di mamma).
Ma è solo questione di abitudine. È naturale che la consistenza degli omogeneizzati sia diversa da quella del latte: il piccolo ha bisogno solo di tempo. Leggendo qua e là su qualche libro, ho scoperto che un segreto potrebbe essere consegnare tra la mani del pupo già nei primi mesi un cucchiaino e lasciarlo giocare. Prenderà in questo modo confidenza con lo “strumento”.
Quanto al cibo, è preferibile cominciare con la frutta. Non è questa la sede per dire se è meglio la frutta omogeneizzata che si trova già pronta nei vasetti o la frutta fresca da grattugiare a casa. È una scelta che dovrete fare voi col supporto del pediatra (e lo stesso discorso varrà per la carne).
In ogni caso, è bene cominciare lo svezzamento da mela e pera, più facili da assimilare e con un gusto non troppo particolare che dovrebbe essere accettato volentieri. È importante non aggiungere zucchero, perché la frutta è già ricca di fruttosio.
Come ogni alimento che il bimbo assumerà per la prima volta, anche la frutta la dovrete offrire nella mattinata, di modo che, se dovessero presentarsi problemi – intolleranze, indigestione, pesantezza di stomaco – il bimbo ha tutta la giornata per smaltire e, ahimè laddove necessario, fare una capatina dal medico.
Come si comincia? Semplice: a metà mattina date mezzo vasetto o una mela (o pera) frullata, mentre per il resto della giornata il pupo continuerà a ricevere il latte della mamma negli orari in cui è abituato.
Se va tutto bene, se il bimbo non ha presentato particolari capricci e pare si sia già abituato al cucchiaino e a provare nuovi sapori, potete iniziare a dargli un vasetto intero e a preparargli la prima pappa.
Leggi anche: Svezzamento: la frutta e le tappe per inserirla
La prima pappa
Nella preparazione della prima pappa è indicato il brodo vegetale, base di tutte le pappe perché ricco di vitamine, fibre e sali minerali, preziosi per la crescita e lo sviluppo.
Gli ortaggi da preferire sono carote, patate e zucchine. Altre verdure quali fagiolini, finocchi, zucca, sedano, cipolle, spinaci, possono essere introdotte dopo il 6° mese di vita. Per quanto riguarda il pomodoro, molti consigliano di inserirlo non prima dell’anno, per non aumentare il rischio allergie ai bambini predisposti.
Le verdure per il brodo devono essere pulite bene e lavate con cura. Per le prime pappe si utilizza solo il brodo. Successivamente molti pediatri consigliano di passare le verdure bollite utilizzate per il brodo stesso e di aggiungere al brodo vegetale 1-2 cucchiai del passato ottenuto, specialmente se il bambino presenta sintomi di stitichezza.
Per quanto riguarda gli alimenti di origine animale, la carne rappresenta la fonte più importante di proteine, oltre a contenere sali minerali e vitamine (specie del gruppo B), ferro, zinco e altri micronutrienti. All’inizio ci si può orientare verso le carni bianche, più tenere, magre e digeribili, quali coniglio, pollo, tacchino e vitello, per poi passare a quelle rosse.
Nelle primissime pappe si usano i liofilizzati e, dopo un po’, si passa agli omogeneizzati. Anche in questo caso, c’è chi compra ed omogeneizza a casa la carne fresca. Dopo il 7°-8° mese si può introdurre il prosciutto cotto, evitando i prodotti contenenti polifosfati e nitrati.
Il pesce, una volta introdotto dal 6° mese, è un’ottima alternativa alla carne. Contiene ferro, zinco, iodio e apporta una buona quantità di acidi grassi polinsaturi a catena lunga (i cosiddetti Omega 3) che contribuiscono allo sviluppo del sistema nervoso del bambino. Anche in questo caso è bene iniziare ad introdurre pesce magro, tipo sogliola, nasello o merluzzo, per poi proseguire dopo il primo anno di età, con qualsiasi varietà di pesce. Il pesce, cotto a vapore o omogeneizzato, può essere aggiunto alla minestrina vegetale o assunto a parte con un filo d’olio.
Dopo l’8° mese si può introdurre l’uovo, un ottimo alimento dalle grandi proprietà nutritive. Si inizia solo dal tuorlo dell’uovo sodo aggiungendolo alla minestrina. Raggiunto il primo anno sarà possibile proporre l’uovo intero, cotto alla coque o in camicia (più digeribile).
Poi ci sono i legumi e i cereali. Si comincia con farine di cereali che devono essere aggiunte al brodo vegetale per preparare la pappa. Bisogna preferire farine di riso o mais, in quanto prive di glutine. Il glutine è una proteina presente in tutti i cereali, a parte quelli menzionati, che può determinare (nei bambini geneticamente predisposti) la cosiddetta celiachia (intolleranza a pane, pasta, pizza, biscotti ed ogni altro alimento contenente frumento, orzo o segale) malattia che può seriamente compromettere la crescita.
Una volta, poi, che il bambino avrà assunto farine con glutine e non ha presentato intolleranze, il pediatra vi dirà presto di sostituirle con la pastina. Questa è povera di grassi ma ricca di carboidrati, soprattutto di amidi complessi che integrano gli zuccheri semplici contenuti nel latte. Preferite pasta di grano duro (con livello proteico maggiore rispetto ai tipi di grano tenero) ed in piccoli formati, più facili da ingerire.
L’olio extra vergine di oliva è il grasso tollerato meglio dall’apparato digerente e può quindi essere assunto dai piccoli già dal 4° mese. Basta aggiungerne un cucchiaino in ogni pappa. Fra l’altro rende più appetibili le verdure che, com’è noto, non rientrano tra le preferenze alimentari dei bambini. Inoltre, l’olio è indispensabile ad ogni età, in quanto ricco di antiossidanti naturali che proteggono le cellule dall’azione dannosa dei radicali liberi. Ed è importante anche per la mineralizzazione delle ossa e lo sviluppo del sistema nervoso centrale, dell’apparato visivo e per la protezione dagli stati infiammatori.
Fondamentale è anche l’acqua, anche se un bambino piccolo presenta raramente il bisogno di bere. Tuttavia, in estate o con la febbre è giusto offrire spesso dell’acqua al piccolo. Il pediatra consiglierà il tipo da preferire in base ad un’attenta valutazione delle caratteristiche e, quindi, della presenza e quantità relativa di sodio, calcio, fluoro, ferro, magnesio, potassio. Le esigenze variano, come al solito, da bambino a bambino.
Infine, in generale, durante il primo anno d’età, è consigliabile non alterare il gusto naturale degli alimenti evitando l’aggiunta di sale e zucchero. L’abitudine a mangiare dolce o salato, infatti, si acquisisce facilmente ed è poi difficile da correggere, per cui è fondamentale dedicare attenzione già dalle prime pappe.
In riferimento agli orari e al numero dei pasti è bene non essere troppo rigidi.
Le allergie
Discorso a parte è quello relativo alle allergie alimentari. Manifestazioni tipo possono essere: disturbi intestinali (diarrea, vomito, dolori addominali), disturbi respiratori (rinite o asma), eruzioni cutanee (orticaria e prurito). Tuttavia, sono casi molto rari e strettamente connessi alla storia familiare.
Non lasciatevi, quindi, prendere dall’ansia e agite sempre con equilibrio e buon senso. Si deve usare una certa cautela solo con alimenti che posso essere più facilmente allergizzanti se introdotti prima dell’anno di età in soggetti predisposti: latte vaccino, albume dell’uovo, pomodoro, fragole, frutta esotica, frutta di bosco e frutta secca.
Per quanto concerne il glutine e l’associata celiachia, poiché è particolarmente difficile individuare i soggetti celiaci prima che la malattia si manifesti, è bene introdurre questa proteina non prima del 7° mese, quando il bambino è già più grandicello e i suoi organi sono più maturi. Il pericolo della celiachia è rappresentato dal fatto che, se per motivi ereditari i bambini sono intolleranti al glutine ed assumono degli alimenti che lo contengono, sviluppano un grave malassorbimento intestinale che determina un ritardo di crescita e molti altri disturbi clinici.
Per sintetizzare, riportiamo di seguito le principali precauzioni anti-allergia:
- se al vostro bambino è stata diagnosticata un’allergia ad un particolare alimento eliminatelo completamente
- non provate a reintrodurre l’alimento sospetto nella pappa di vostra iniziativa, ma seguite sempre le indicazioni del pediatra
- pomodoro, pesce e uova è meglio introdurli dopo il 12° mese se il bambino è a rischio allergie
- leggete bene le etichette degli alimenti per essere sicuri che il prodotto eventualmente acquistato non contenga tracce dell’alimento allergizzante
- se l’allergia riguarda il latte sappiate che di solito scompare in breve tempo, di solito entro i 3-4 anni.
Leggi anche: Svezzamento: quali alimenti evitare?
Consigli pratici
Al fine di abituare il vostro piccolo al “rito della pappa”, affinché si senta sicuro e ritrovi ogni giorno lo stesso ambiente, gli stessi strumenti caratteristici, sarà importante curare da subito l’angolo pranzo/cena apparecchiando con stoviglie colorate ed appositamente create per le prime pappe, così che il bambino possa utilizzarle senza pericolo di farsi male. Anzi, potrà utilizzare le sue ciotole come giocattoli ed imitando, perché no, mamma e papà.
Il seggiolone
L’ideale è iniziare ad utilizzarlo a partire dal 5°-6° mese (applicando eventualmente un apposito riduttore) e fino ai 2-3 anni. Sarà questo il primo ambiente familiare per il piccolo, il suo angolo privato sinonimo di “pappa”. Sceglietelo comodo, dai colori allegri, ma soprattutto sicuro, per evitare possibili cadute. Permetterà ai genitori di apparecchiare la tavola e preparare il pranzo con più tranquillità, mentre il pargoletto sarà distratto da altre attività sulla sua confortevole postazione. E, durante il pranzo, potrà seguire genitori e fratelli imparando anche a stare a tavola con gli altri.
Il cucchiaino
Per far capire al bambino che dopo il biberon sarà questo un nuovo strumento per mangiare, potete utilizzarlo sempre, anche per somministrare acqua e camomilla o, come abbiamo già detto, lasciandoglielo nelle manine come giocattolo per familiarizzare. Il materiale deve essere morbido, con un’impugnatura anatomica in modo da facilitare la presa. Non deve essere troppo grande e, soprattutto, non deve essere ricolmo. Inizialmente bisogna aiutare il bambino a deglutire, aspettando pazientemente che abbia assunto il boccone precedentemente ingerito prima di proporne un altro. La fretta durante i pasti è assolutamente da evitare!
Il piattino
Anche in questo caso attenzione alle dimensioni. Serve piccolo, infrangibile e con una ventosa anti-scivolo per evitare che il bimbo faccia cadere la pappa… eventualità probabile. Se il bambino è lento a mangiare sappiate che esistono i piattini termici capaci di preservare i cibi in caldo.
La bottiglietta
Il bambino dovrà abituarsi anche al passaggio “succhiare”-“bere”. Per facilitare la cosa, basterà dotarsi per i primi tempi di una bottiglietta con tettarella, così il piccolo potrà bere autonomamente ed imparare con gradualità a modificare la posizione delle labbra e passare attraverso diverse forme, dal beccuccio al bordo del bicchiere. La bottiglietta, inoltre, abituerà anche il piccolo a gestire un oggetto tutto “suo”.
Qualche utile “dritta”
Per tutte le mamme ed i papà alle prese con il delicato periodo dello svezzamento, ecco un valido aiuto: Il Pappario. Un po’ libro, un po’ diario, un po’ ricettario: oltre 200 ricette testate e selezionate per rendere vario e goloso lo svezzamento, con suggerimenti utili per preparare le pappe in casa o in viaggio. Ordinabile sulle maggiori librerie online, presso la vostra libreria di fiducia o direttamente alla casa editrice.
Prima di partire attenzione alla valigia del bebè… ecco tutto l’indispensabile:
- biberon e tettarelle,
- scalda biberon,
- ciucci,
- bavaglini,
- a seconda della sua alimentazione, latte in polvere oppure cucchiaini ed omogeneizzati,
- pannolini,
- passeggino,
- seggiolino da auto,
- seggiolone da tavolo,
- prodotti per l’igiene personale e solari protettivi specifici,
- vaschetta per il bagnetto o gonfiabile,
- una copertina,
- qualche giocattolo,
- tessera sanitaria ed attrezzatura farmaceutica di base (termometro, garze, cerotti…)