Dolci mangiati come consolazione, perché “abbiamo bisogno d’affetto“, così diciamo spesso per tacitare la coscienza mentre apriamo l’ennesimo cioccolatino.
Ed i bambini? Tutti sappiamo che un ovetto di cioccolata può far tornare il sorriso su un faccino imbronciato. Quando si tratta di alleviare il dolore dei piccoli, però, lo zucchero, non è più nostro alleato.
È quanto emerge da uno studio pubblicato su Lancet e svolto dai ricercatori dell’University College di Londra, coordinati da Rebecca Slater.
Gli studiosi hanno preso in esame 59 neonati, ciascuno dei quali ha ricevuto un’iniezione al tallone. Alla metà dei bambini è stato dato, subito dopo la puntura, un biberon con acqua e zucchero, l’altra metà, invece, ha bevuto solo acqua.
Nel monitorare le reazioni dei neonati, i ricercatori hanno mirato ad esaminare direttamente il livello del pensiero, delle sensazioni realmente percepite, al di là dunque di quanto la mimica facciale potesse suggerire.
Il risultato sarà deludente per tutti quei genitori che hanno sempre sperato nel potere miracoloso dello zucchero. Il dolce, infatti, ha un’azione calmante, per questo l’aspetto dei bimbi che avevano bevuto acqua zuccherata appariva più sereno, ma ahimè, i piccoli provavano lo stesso dolore di quelli che invece avevano ricevuto semplicemente acqua.
Lo zucchero agisce dunque come effetto placebo, ma ha un’efficacia breve e, soprattutto, la sua azione non va ad incidere direttamente sul dolore del bambino.
La dottoressa Slater spiega che
”i risultati indicano che il saccarosio non funziona come antidolorifico. Questo è particolarmente importante perché sappiamo che il dolore può causare effetti avversi nello sviluppo neurologico del neonato e quindi per diminuirlo bisogna usare altre armi, che però al momento non abbiamo”.
Il glucosio, dunque, funziona soltanto come distrazione.
Cosa fare allora davanti ad un bimbo che piange per il dolore?
Rebecca Slater suggerisce il rimedio più naturale e forse il più antico del mondo: solo le braccia della mamma possono realmente calmare il pianto del neonato.
La psicoterapeuta statunitense, Virginia Satir, diceva
“ci servono 4 abbracci al giorno per sopravvivere. Ci servono 8 abbracci al giorno per mantenerci in salute. Ci servono 12 abbracci al giorno per crescere”.
E se questo discorso è valido per gli adulti, tanto più un bambino potrà sentire consolazione e trovare sollievo al dolore, nell’abbraccio dolce e rassicurante della mamma.