Ecco per le amanti del fitness una grande novità. Già il pilates a terra lo è da pochi anni, ma ora introdurlo in acqua lo renderà ancora più esclusivo e sicuramente più divertente ed efficace.
Per quei pochi che ancora non conoscono il Pilates facciamone un breve excursus. Nato attorno al 1920 con Joseph Pilates, per molto tempo è stato un metodo di allenamento riservato ad una clientela di nicchia, più per atleti e ballerini che per i comuni mortali, ma oggi è popolare in tutto il mondo ed è praticato dalle più svariate tipologie di persone. Le ragioni di un tale successo sono nel fatto che è davvero uno sport completo ma non come può esserlo il nuoto – che per una nata in acqua non può certo aver pecca alcuna – ma nel senso stretto della parola: il pilates implica una componente mentale che nessun altro sport richiede, perché è solo concentrandosi sul singolo muscolo che lo si coordina in movimenti consapevoli.
Conosciuto in Italia come la ginnastica delle modelle e messo da parte da chi invece vuole sudare e far fatica per scolpire il proprio fisico, il metodo pilates è ciò che più ti riavvicina a te stesso e alla natura, dandoti, comunque, eccezionali risultati per quanto riguarda muscoli e resistenza corporea. Pilates stesso infatti studiò i metodi utilizzati in Oriente, lo yoga e il rilassamento, ma anche quelli occidentali che prediligono la forza. Da qui una vera e propria disciplina olistica nel vero senso del termine: non si allena solo il corpo ma anche la mente, dal momento che ogni esercizio è basato su una estrema concentrazione psicofisica. Per mantenere in tensione un muscolo occorre tenderlo ma anche tendere la parte del cervello che lo gestisce.
Ogni movimento nel pilates si riflette in posizioni naturali, che vengono eseguite col solo carico naturale del corpo. La vera forza di questo metodo risiede nella respirazione – come per tutte le discipline orientali: essa infatti è il modo migliore per rilassarsi ma anche per allenare nel modo giusto i muscoli. Infatti è attraverso il respiro che arriva l’ossigeno ai muscoli e che questi ricevono nutrimento per poter andare avanti. Questo in ogni tipo di ginnastica. Per il pilates, inoltre, la respirazione serve a raggiungere la concentrazione ed eseguire correttamente gli esercizi. Respirare in maniera consapevole dovrebbe essere il primo passo verso una maggior consapevolezza del proprio corpo, attivando il diaframma con cui inspiriamo e i muscoli addominali con cui espiriamo.
“Poco movimento ben programmato ed eseguito con precisione in una sequenza bilanciata ha lo stesso valore di ore di contorsioni forzate e fatte in modo approssimativo“, sosteneva Joseph H. Pilates in persona.
Il tutto deve essere poi fatto in maniera fluida e morbida per scongiurare qualsiasi tipo di infortunio: questa ginnastica che i più sottovalutano perché assimilata a un semplice stretching, può causare realmente danni di breve durata all’apparato muscolo scheletrico, se non eseguita nel modo corretto e sotto la guida di mani e menti esperte. Ma questo capita in tutte le discipline fisiche – e non solo.
Come agisce questa metodologia? Rafforzando addominali e dando un pieno controllo del corpo coordinando la colonna vertebrale e gli arti, può regalare una potenza che è un connubio tra mente e corpo. Tramite più di 500 esercizi base, i muscoli vengono rafforzati, allungati e tonificati, ma senza l’aumento sproporzionato della massa muscolare. Ma la vera arma è “la completa coordinazione di corpo, mente e spirito. La realizzazione ed il mantenimento di un corpo sviluppato uniformemente con una armonia mentale in grado di svolgere quotidianamente i molti e vari compiti con naturalezza, facilità e con piacere“, ecco cos’è il pilates nelle parole del suo fautore.
Ma perché, a questo punto, buttarlo proprio in acqua?
I primi vantaggi sono l’ovvia assenza, se pur parziale, di gravità che permette a tutti, anche a chi ha problemi articolari o a chi è reduce da un infortunio, di praticare sport in tutta tranquillità. La fatica inoltre, pur essendo maggiore durante l’esecuzione dei movimenti e quasi nulla nel trattenerli, viene percepita come inesistente proprio per la mancanza di gravità. Questo perché l’acqua ha una viscosità maggiore dell’aria, cioè offre maggiore resistenza, cosa che è utilissima proprio nel pilates, laddove il mantenere la posizione e il diaframma contratto possono risultare davvero difficili e molto faticosi a terra.
L’acqua infine stimola la microcircolazione della pelle e dona un immediato sollievo alle zone gonfie senza tralasciare il piacere psicologico che si ha a farsi coccolare dalle onde ogni movimento che si fa.
Prima di praticare il pilates in acqua sarebbe comunque bene fare almeno un ciclo di 4 o 5 sedute standard per prendere confidenza col proprio respiro e con la proprio capacità di trattenere le posizioni.
Tuffarsi poi nell’Acquapilates sarà non solo divertente ma ancora più efficace, soprattutto se coadiuvato da semplici attrezzi come l’acquatube specifico proprio per il pilates in acqua.
Inoltre, essere immersi in un liquido permette di modulare tranquillamente l’intensità dello sforzo, tanto che la pratica è consigliata anche alle donne incinta che possono portarla avanti fino alle ultime settimane e riprenderla poco dopo il parto.
Il pilates in generale richiede tempo e molta pazienza, forse per questo è nato in oriente e non da noi dove tutti corrono e non hanno mai tempo per niente.
In un acqua tra i 22 e i 24 gradi, appena sotto la vita o completamente immersi – per i più capaci – diventa ancora più facile eseguire gli esercizi tipici tipo i cerchi, l’hundreed, la mermid, lo standing balance e i leg-pull down-up.
Questa disciplina è molto utile per stabilizzare la zona lombo pelvica proprio grazie alla concentrazione dei muscoli addominali e lombari e può essere di sicuro un valido aiuto per anziani e persone in sovrappeso, o per chi, semplicemente, ha alterazioni posturali.
Insomma, se siete amanti dell’acqua non potrete che innamorarvi della versione “bagnata” del pilates!
Valentina Nizardo