Scoprire se il nascituro è affetto da talassemia è finalmente possibile, grazie ad un nuovo test diagnostico prenatale, la celocentesi.
Sviluppato presso l’Ospedale Vincenzo Cervello di Palermo, il procedimento, messo a punto da un’equipe guidata da Aurelio Maggio, direttore di Ematologia II, in collaborazione con il ginecologo greco George Makrydimas, consente di eseguire diagnosi sicure al 100% a partire dal secondo mese di gravidanza, periodo in cui si sviluppa la cavità celomatica.
Presentata ieri 2 dicembre presso la sede romana della Regione Sicilia, la tecnica è frutto di 3 anni di indagine, in cui sono state considerate 111 gravidanze a rischio talassemia. E i risultati sono stati molto precisi, se si considera che solo in un caso le cellule prelevate non sono state sufficienti per effettuare la diagnosi, contro gli altri 110, in cui l’esito della celocentesi è stato confermato successivamente dalle amniocentesi di controllo.
Lo speciale esame ha già ricevuto un premio, quello come migliore idea innovativa a Expobit 2010, il Salone Euromediterraneo dell’Innovazione Tecnologica di Catania.
“Di fronte a una diagnosi di talassemia oltre il 90% sceglie l’interruzione di gravidanza“, ha spiegato Aurelio Maggio. “Anticipare i risultati al secondo mese consente di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza e non all’aborto terapeutico, con un beneficio per la donna sia fisico che emotivo“.
Secondo il medico si sta già studiando la possibilità di effettuare il trapianto in utero. Infine, nelle speranze e nelle ipotesi degli esperti, vi è la possibilità in futuro di utilizzare tale procedimento anche per la diagnosi di altre patologie come tra cui la sindrome di Down e la fibrosi cistica.
Francesca Mancuso