“Cosa indossa a letto?” “Beh, Chanel N°5, ovviamente“: era il 1952 quando Marylin Monroe fragile indistruttibile diva, icona del ‘900, svelò che per dormire indossava solo due gocce di profumo.
Il mondo cadde ai suoi piedi, davanti a una femminilità infantile ed insieme matura che aveva compreso che la seduzione non passa solo dagli occhi.
In una società in cui il senso principale è la vista un piccolo passo indietro nel tempo per ricordarci che l’olfatto, senso essenziale nel mondo animale, continua ad avere un ruolo importantissimo anche se spesso ignorato nelle arcane leggi dell’attrazione.
Lo conferma la scienza: una buona fragranza aiuta con l’altro sesso e non solo, rendendoci più avvenenti agli occhi del mondo.
Gli studiosi dell’Università di Chieti che hanno condotto questa ricerca – pubblicata sulla rivista Perception – hanno dimostrato che, tra le altre cose, un buon effluvio non solo dà una mano ma può addirittura far la differenza, perché il sistema olfattivo domina i segnali sensoriali che provengono da altri sistemi: compreso quello visivo. Finora ritenuto erroneamente il più importante per noi. Ma, a quanto pare, il nostro cervello non ha ancora dimenticato, nonostante l’evoluzione, le origini “animali”.
Lo studio, mostra, che “il sistema olfattivo occupa un ruolo fondamentale e prioritario nella comunicazione sessuale“. Andrea Mazzatenta, docente di psicobiologia nell’ateneo teatino, a capo dello studio, spiega perché il profumo di una persona che non c’è più spesso finisce per avere un impatto emotivo molto più forte di quello di una foto che la ritrae “A livello biologico e neuro-scientifico questi risultati sono interpretabili piuttosto facilmente. Il sistema olfattivo, con la sua rete nervosa, proietta, infatti, direttamente al sistema limbico. Questo sistema include l’amigdala, in altre parole l’area cerebrale che governa le emozioni, nonché l’ipotalamo, che controlla il sistema neuro-endocrino deputato al rilascio di ormoni“.
In pratica, il sistema limbico, detto anche “antico” perché rappresenta la parte evolutivamente più primitiva e arcaica del cervello, finisce per avvantaggiare il sistema olfattivo, facendo in modo che questo domini i segnali sensoriali che prevengono da altri sistemi, compreso quello visivo.
La ricerca è stata condotta su 100 volontari, 50 uomini e altrettante donne, ai quali sono state mostrate foto che ritraevano volti di sconosciuti. Si trattava di visi di giovani uomini e donne, più o meno attraenti, ma anche di volti di bambini e anziani di ambo i sessi. Le volontarie che facevano parte del campione di studio erano tutte in fase di ovulazione “proprio perché, commenta Mazzatenta, in questa fase la donna cambia la propria percezione olfattiva e diventa più sensibile agli stimoli sessuali”.
Insomma, la bellezza non è solo negli di chi guarda ma anche nel naso.
Manuela Marino