Dalla conformazione del cervello dipende il modo in cui percepiamo le cose, le persone, le luci e le ombre.
L’hanno appena dimostrato alla Ucl (University College London) presso il Wellcome Trust Centre: nella parte posteriore del cervello c’è la corteccia visiva primaria, che comanda il processo visivo e può essere totalmente diversa in individui diversi, tanto che alcuni ce l’hanno 3 volte più grande!
È come se ciascuno ne possedesse una, per così dire, personalizzata, accessorizzata in modo particolare, diversa per dimensioni e per funzionalità. E sono proprio le dimensioni di questa area a generare le differenze prospettive da cui gli uomini vedono, letteralmente, il mondo circostante. Siamo sicuri allora che quel maglione che ci piace tanto addosso sia visto nello stesso modo anche dagli altri? O che quel tipo così carino, lo sia davvero?
Il team londinese ha fatto un test su 30 volontari sani, basato su delle illusioni ottiche. Mentre le guardavano, il loro cervello veniva monitorato da risonanza magnetica funzionale, proprio nella zona della corteccia visiva: si è constatata una corrispondenza tra grandezza di questa e percezione delle illusioni, e ciò potrebbe voler dire che più piccola è la corteccia, maggiore è l’abbaglio avvertito. Per costruire una visione globale, il cervello seleziona gli elementi percepiti dall’esterno, li ricompone dall’interno e ci dà il suo quadro: ognuno insomma vede davvero il mondo a modo suo, anche se è sempre il cervello che “colora” ciò che ci circonda.
Tutto ciò dipenderebbe da quanta materia grigia la mente usa per darci la sua visione dell’ambiente circostante: maggiore corteccia implicata nell’elaborare le informazioni ci dà minor inganni, poca testa comporta invece maggiori errori di percezione. Eh già! È sempre meglio metterci allora un po’ più di testa nel valutare le cose!
Samuel Schwarzkopf, uno dei ricercatori coinvolti nello studio, ci spiega infatti che “Quanto il cervello “trucchi” ciò che vi sta intorno dipende da quanta materia ha investito nell’area deputata all’elaborazione visiva. Il nostro lavoro è infatti il primo a dimostrare che la dimensione di una zona cerebrale determina la percezione visiva dell’ambiente“.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience e dimostrerebbe che da persona a persona non solo cambiano i sentimenti e le elucubrazioni mentali, ma che anche la percezione dell’ambiente, che è strettamente individuale e unica, personale e univoca. Le dimensioni stesse degli oggetti dipenderebbero dalla grandezza della corteccia – questo rassicurerà oltremodo le ragazze che vedono il loro fondoschiena troppo grosso: è il nostro cervello a farcelo vedere così! È il nostro cervello a creare, in poche parole, le illusioni ottiche che ci fanno vedere le cose un po’ distorte: non colpevolizziamoci allora più di tanto se a volte prendiamo davvero lucciole per allodole!
E allora il detto “non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace” può solo essere più che confermato: non esiste una bellezza oggettiva perché ognuno la percepisce a modo suo perché, alla fin fine, ognuno ha una sua visione delle cose. Da oggi in poi nessuno potrà allora più dirci che la nostra concezione del mondo sia meno giusta delle altre: sono tutte corrette perché è il cervello che ce le detta, è il cervello che le filtra, ed è sempre lui che ci muove e che affascina così tanto da continuare ad essere studiato, è proprio il caso di dirlo, da tutti i punti di vista!
Valentina Nizardo