Se la dieta alla quale ti sei sottoposta non funziona, potrebbe essere colpa del tuo metabolismo. Di conseguenza, secondo quanto afferma uno studio condotto dall’Università di Pisa, potrebbe essere sufficiente verificare preventivamente il suo funzionamento per potersi rendere conto se effettivamente la dieta riuscirà a centrare l’obiettivo o meno.
I dati dello studio, pubblicati su Metabolism clinical and experimental, sono stati tratti su un gruppo di volontari in condizioni di sovrappeso o obesità, che durante le sei settimane di dieta piuttosto ferrea (ovvero, equivalente alla metà del fabbisogno calorico) sono stati valutati per il dispendio energetico basale, ovvero quello per i processi necessari per la propria sopravvivenza, a riposo.
I test sui volontari sono stati ripetuti in più occasioni, prima e durante il mese e mezzo di dieta, e per poter verificare se effettivamente (e come) i sacrifici della dieta possano o meno avere successo il momento decisivo è stato l’inizio. In altri termini, se il metabolismo basale è più basso di 100 calorie rispetto all’atteso, alla fine della dieta si saranno persi due chili e mezzo in meno del previsto.
Stando ai ricercatori, infatti, ognuno ha il proprio profilo metabolico, tanto che alcuni sono in grado di ridurre significativamente il fabbisogno energetico di base nel momento in cui diminuisce l’introito calorico. E sono proprio costoro a perdere meno peso con il passare del tempo, perché l’organismo diminuisce la spesa energetica e la dieta dopo un po’ tende a perdere di efficacia.
Insomma, già dopo la prima settimana di dieta si può arrivare a comprendere se il regime alimentare sarà un successo per il proprio dimagrimento, o meno. In questo secondo caso non bisogna comunque mollare la presa, ma bisogna adottare un diverso approccio che, unitamente alla dieta, possa vantare una maggiore attività fisica, in grado di incrementare il dispendio energetico.