Tutelare i diritti dei bambini prematuri. È questo il messaggio lanciato oggi a Roma in occasione della presentazione del “Manifesto dei diritti del bambino prematuro“, voluto dall’associazione Vivere Onlus, con il patrocinio del Senato, dell’Associazione parlamentare per la difesa e la tutela del diritto alla prevenzione, di Save the Children Italia, della Società italiana di neonatologia (Sin), della Società italiana di ginecologia ostetricia (Sigo) e con il supporto di Abbott.
Ogni anno in Italia nascono circa 40 mila bambini pretermine (circa il 6,9% dellle nascite a termine) e il rischio è in aumento. Nel mondo invece il numero delle nascite pretermine, cioè prima della 37esima settimana di gestazione, è pari al 13 milioni di bambini all’anno, di cui 500 mila in Europa.
L’Italia è il primo paese a predisporre un documento simile, raccogliendo così l’invito lanciato il 22 settembre scorso dal segretario dell’Onu Ban Ki-moon, che ha presentato all’Assemblea generale dell’Onu la Strategia globale per la salute delle donne e del bambino.
E proprio quest’ultimo è il focus del documento, che mira a far riconoscere alle istituzioni il diritto dei nati pretermine di usufruire fin dalla nascita il massimo livello di cure e attenzioni, adeguate alla loro condizione.
Capire che il nenonato è una persona a tutti gli effetti è il punto di partenzza. Nei successivi articoli, il manifesto ribadisce inoltre che tutti i bambini debbano “nascere nell’ambito di un sistema assistenziale che garantisca sicurezza e benessere, in particolare nelle condizioni che configurino rischio di gravidanza/parto/nascita pretermine, di sofferenza feto-neonatale e/o di malformazioni a esordio postnatale” (articolo 2). Inoltre, “il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito” (articolo 4) e “ogni neonato prematuro ha diritto a usufruire dei benefici del latte materno durante tutta la degenza e, non appena possibile, di essere allattato al seno della propria mamma” (articolo 5)”.
Ma oltre al manifesto, durante la conferenza di presentazione si è parlato anche delle cause dell’aumento di questo tipo di nascite. “Ci sono diversi fattori che influiscono e portano a un parto prematuro – ha spiegato Giorgio Vittori, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia -. Oltre alle cause e le patologie che possono colpire la madre, il feto o entrambi, in questi ultimi anni hanno senz’altro inciso le nascite tramite fecondazione assistita, che nel 30% dei casi avvengono pretermine, anche per il numero di parti gemellari pari al 50%. Bisogna quindi limitare il numero di embrioni impiantati in alcuni casi. Ad incidere poi può essere una gravidanza male organizzata a livello assistenziale e le malattie sessualmente trasmesse“.
“Considero questo documento come un lusinghiero primato italiano – ha detto Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato – e mi auguro che possa costituire uno stimolo per sviluppare anche negli altri Paesi politiche di sostegno ai bambini nati prematuri e alle loro famiglie“.
Francesca Mancuso