In un panorama di regimi alimentare sempre più vario e sempre più innovativo, da qualche tempo si è affacciata una dieta molto particolare, ribattezzata “pescetariana”. Ma di che cosa si tratta?
Come suggerisce lo stesso nome di questo percorso alimentare, la dieta pescetariana esclude qualsiasi tipo di carne bianca e rossa. Include, però, la possibilità di poter mangiare il pesce, i crostacei e i molluschi, o ancora tutti i derivati degli animali come il latte e le uova.
Con tali caratteristiche è evidente che non ci troviamo davanti a una dieta vegana o vegetariana. Questa dieta è una sorta di evoluzione, più morbida del vegetarianismo, considerato che include anche una tipologia di carne animale, come quella del pesce.
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La dieta pescetariana è un ibrido che non soddisfa nessuno?
A ben vedere, i puristi delle diete vegetariane (e soprattutto vegane) non sono particolarmente inclini a tollerare questo regime alimentare, proprio per la presenza di un “ingrediente” come la carne. Dal canto loro, però, i pescetariani sembrano vivere con maggiore serenità la propria appartenenza a questa filosofia di vita, difendendo il suo carattere etico e ricordano che la sofferenza inflitta ai pesci al momento della cattura e dell’uccisione non sarebbe dimostrata come, invece, quella propria degli altri animali. Inoltre, i pescetariani ricordano che i pesci non sarebbero oggetti di maltrattamenti, come invece accade con gli altri animali che sono presenti negli allevamenti intensivi.
Detto ciò, non è nemmeno difficile cercare di comprendere perché siano sempre di più le persone che si stanno avvicinando con soddisfazione alla dieta pescetariana. Si tratta infatti di un regime alimentare piuttosto semplice da seguire. Ha buoni valori nutrizionali dei suoi ingredienti principali e, per giunta, anche utile per poter compiere una positiva transazione verso la dieta vegetariana.
Di contro, è anche vero che la dieta pescetariana presenta diversi svantaggi. Ad esempio il fatto che possa essere piuttosto costosa (il pesce, d’altronde, non è l’ingrediente più economico che approda sulle nostre tavole), e che cresce il rischio di mangiare pesce contaminato dal mercurio.