Come avevamo preannunciato qualche settimana fa, il rischio di non poter vaccinare la popolazione attiva si è verificato. E, dunque, a campagna vaccinale inoltrata, Federfarma rende noto che fatta eccezione per alcune regioni evidentemente più virtuose, come Lazio ed Emilia Romagna, nel resto d’Italia tantissime persone non riusciranno a sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale.
La federazione delle farmacie sottolinea come in buona parte del territorio della nazione i vaccini in farmacia non sono mai arrivati, o sono arrivati in quantità molto esigue, insufficienti per poter soddisfare la grande domanda dei cittadini.
È la stessa Federazione a precisare come poi alcune organizzazioni territoriali abbiano ceduto le poche dosi ricevute per la popolazione attiva alle strutture pubbliche, che non ne avevano a sufficienza per vaccinare le persone appartenenti alle categorie a rischio. Un gesto di responsabilità che, però, non può certamente coprire le manifestate carenze in tema di vaccini antinfluenzali, con dotazioni insufficienti o giunte a singhiozzo, rendendo complicata la campagna vaccinale.
Così precisa peraltro il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo, secondo cui “è evidente che nel meccanismo di approvvigionamento dei vaccini qualcosa non ha funzionato“, valutato che in quasi tutte le Regioni mancano le dosi di vaccino destinate alla popolazione attiva, inferiori peraltro al fabbisogno indicato dalla stessa Federfarma nel mese di luglio.
A questo punto, ben poco si può fare per la campagna vaccinale in atto, mentre molto si può fare per quella del prossimo anno. Per esempio, sottolinea ancora Federafarma, si potrebbe ricorrere agli acquisti centralizzati a livello nazionale, per poter superare la frammentarietà imposta dal Titolo V della Costituzione, e dalla distribuzione per conto effettuata attraverso la rete delle 19.000 farmacie sul territorio.