Un team di studiosi dell’Università di Miami ha analizzato migliaia di dati per scoprire in che modo una dieta a base di cibi morbidi – in contrasto con la dieta dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori – stia cambiando la dentizione e il modo di parlare delle persone.
Le scoperte contrastano con la teoria secondo cui le lingue sarebbero essenzialmente immuni da fattori esterni.
“I nostri risultati rappresentano la prova più convincente fino ad oggi che le lingue sono molto influenzate da fattori esterni che differiscono da una popolazione all’altra”,
ha in particolar modo specificato Caleb Everett, professore e presidente del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Miami, rammentando che le lingue cambiano e che il pensiero dominante per lungo tempo è stato che esse subiscano le stesse pressioni, e che non vi fosse alcuna differenza tra le popolazioni per rendere alcune persone più inclini di altre ad usare certi suoni.
Everett ha commentato sottolineando come nel corso dell’ultimo decennio lui e altri studiosi abbiano prodotto nuove prove che suggeriscono che potrebbero esserci altri fattori che influenzano i modelli del linguaggio.
Ha quindi evidenziato come negli ultimi anni sia stato impegnato a studiare come fattori ambientali come l’estrema secchezza dell’ambiente possano spostare i modelli del discorso riducendo l’uso delle vocali, che richiedono uno sforzo maggiore per la pronuncia.
Eppure, i cambiamenti di lingua richiedono centinaia di anni per emergere, ha spiegato Everett. Tempi non certo compatibili con le necessità di studio e, dunque, per poter accelerare il passare dei decenni e ottenere comunque dei risultati fortemente spendibili, il team di studiosi ha esaminato i modi di parlare di 10 vip (tra cui Freddie Mercury e Michael Phelps) cogliendone le varianti.
Per quanto concerne Mercury, ad esempio, i suoi quattro denti aggiuntivi (una condizione dentale ereditaria) avrebbero causato una dentizione insolita. Lo stesso Mercury si diceva imbarazzato dalla sporgenza, ma resisteva a qualsiasi intervento chirurgico orale credendo che l’anomalia contribuisse alla sua eccezionale gamma vocale in quattro ottave. Anche Phelps presentava un problema di allineamento unico, sebbene differente da quello di Mercury.
Naturalmente, Everett ha sottolineato come la dentatura di Freddie Mercury non si presentasse in tal modo a causa della sua dieta, bensì per fattori genetici. Eppure, l’analisi dei dati delle celebrità ha fornito una visione in tempo reale del fenomeno e ha contribuito a comprendere come il linguaggio umano che sta cambiando nel tempo.
Utilizzando poi alcune risorse video, Everett ha creato un percorso di ricerca che ha permesso ad altri studiosi di controllare i dati e le trascrizioni, generando uno schema che il ricercatore ha definito essere “molto più chiaro di quanto mi sarei aspettato”.
Trascrivendo meticolosamente i video online dei vip, gli studiosi si sono in particolar modo concentrati sul rapporto tra suoni labiodentali come “f” e “v”: suoni molto comuni oggi, ma che raramente esistevano fino al momento in cui le diete non sono diventate più propense a usare cibi morbidi.
Tornando a Mercury, è stato osservato come l’artista pronunciasse questi particolari suoni con frequenza anormale, proprio a causa della sua anomalia dentale.
“Era davvero un estremo, perché produceva questi suoni labiodentali dappertutto, anche quando non avrebbero dovuto esserci”,
diceva Everett.
“All’altro capo dello spettro, invece, Michael Phelps fa un po’ l’opposto”.
Studiando migliaia di lingue, i ricercatori hanno dunque creato due campi linguistici: i cacciatori-raccoglitori, la cui dieta è cambiata poco e le cui bocche si consumano molto più velocemente, e i non cacciatori-raccoglitori.
La vasta ricerca di Everett sulle popolazioni indigene dell’Amazzonia, inclusa in un precedente studio, le cui diete rimangono simili a quelle dei cacciatori-raccoglitori, è stata ripresa anche in questo dossier.
In particolar modo, le precedenti ricerche sull’argomento hanno esaminato se le lingue abbiano questo suono o meno. Everett ha quindi approfondito la questione, analizzando i rapporti di frequenza tra i due gruppi di ricerca.
“Abbiamo fondamentalmente adottato tutta una nuova serie di metodi per testarlo e abbiamo trovato un ampio supporto”
ha dichiarato, sottolineando che i risultati mostrano legami correlazionali, non causali, tra dieta, dentizione e modelli di linguaggio.
“Queste pressioni sono sottili e funzionano per centinaia e migliaia di anni, quindi è difficile scoprirlo con certezza (…). Queste nuove scoperte forniscono una migliore comprensione del perché le lingue – che sono una caratteristica distintiva fondamentale per gli antropologi e un aspetto chiave dell’essere umano – prendono la forma che assumono, come divergono e quali fattori incidono sulla loro evoluzione”,
ha concluso Everett.