Notizia shock apparsa oggi su Cell Death and Differentiation: le cellule staminali embrionali ottenute con la riprogrammazione genetica di cellule adulte possono alterare il Dna con la conseguente, eventuale, comparsa di tumori.
Lo dimostra una ricerca condotta da tre Istituti di ricerca italiani (Istituto Europeo di Oncologia, Istituto FIRC di Oncologia Molecolare e Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica) con il Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università di Ginevra e l’Ècole Polytechnique Fédérale di Losanna, secondo cui uno dei quattro geni usati per la riprogrammazione, c-myc, sarebbe il responsabile numero 1.
In pratica, il DNA delle cellule subirebbe uno stress tanto che dei piccoli frammenti si cancellerebbero e altri verebbero modificati, facendo in modo che la cellula finale sia più suscettibile al cancro.
Battuta d’arresto, quindi, al metodo Yamanaka, considerato il modo più semplice per creare cellule staminali sicure senza bisogno di distruggere degli embrioni.