Da poco decretata patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO, la dieta mediterranea, descritta per la prima volta negli anni Cinquanta per alcuni territori che si affacciano sul Mare Nostrum e oggi esportata in tutto il mondo, ha, come è noto, un ruolo strategico nel preservare la salute delle persone.
Tuttavia, gli italiani, come altre popolazioni europee, si stanno sempre più allontanando da questo tradizionale modello a favore di abitudini e scelte alimentari tipiche delle società occidentali che, insieme alla sedentarietà, sono responsabili di un sempre più marcato aumento del sovrappeso e dell’obesità che in Italia rappresentano, rispettivamente, il 34,2% e il 9,8% della popolazione.
In particolare, la preoccupazione aumenta quando si parla dei giovani e dei giovanissimi: quasi 1 bambino su 3 tra i 6 e gli 11 anni ha problemi legati all’indice di massa corporea e al giro vita. Inoltre, i ragazzi, seguendo modelli e mode poco equilibrati, rischiano di disperdere in breve tempo quel “bonus” protettivo lasciato in eredità dai nonni.
Per entrare nella vera anima delle scelte alimentari degli italiani, da nord a sud, analizzare i loro stili di vita e le loro abitudini “a tavola”, scoprendo se davvero sono coerenti con il Modello Alimentare Mediterraneo, l’Università Cattolica di Campobasso, con il contributo di Barilla, ha creato, lo scorso dicembre, l’OSSERVATORIO INHES (Italian Nutrition & HEalth Survey), un osservatorio epidemiologico sulla dieta e gli stili di vita della popolazione del nostro paese.
INHES, basato su un rigoroso approccio scientifico, a cui saranno chiamati a partecipare con intervista telefonica ben 13.000 cittadini dai 6 anni di età in su, nasce dunque per conoscere meglio che cosa stia accadendo sulle tavole degli italiani, quali abitudini si stanno perdendo, quali resistono e quali novità si stanno affermando.
Ogni professionista della salute sperimenta quotidianamente la relativa difficoltà delle persone su aspetti che riguardano lo stile di vita e i comportamenti alimentari. Proprio su questi ultimi è appuntato l’obiettivo di INHES, un’analisi del comportamento alimentare degli italiani, dettagliato per luogo e per età. Con indubbi vantaggi – una volta noti i risultati – non solo per guidare le scelte di salute pubblica ma anche e soprattutto per aiutare le persone con indicazioni realmente efficaci e applicabili nella vita di tutti i giorni.
“Il progetto dell’OSSERVATORIO INHES si differenzia da altre iniziative epidemiologiche del genere per il suo approccio scientifico, improntato alle regole della sperimentazione clinica, per la numerosità del campione e per l’omogeneità della raccolta dei dati – spiega il Prof. Giovanni de Gaetano – Direttore dei Laboratori di Ricerca “Centro Giovanni Paolo II” Università Cattolica Sacro Cuore – Campobasso) – La metodologia dello studio, dalla randomizzazione del campione all’analisi dei dati, è unificata a livello centrale, a differenza di altri studi che si caratterizzano per una metodologia multicentrica con tutta la variabilità che questa comporta. Un altro aspetto importante di INHES è che il protocollo d’indagine è stato studiato in modo da inserire l’alimentazione in un quadro più generale di comportamenti e stili di vita“.
Conoscere in modo preciso e scientificamente validato le abitudini alimentari degli italiani è un passo fondamentale per disegnare un quadro generale che ci aiuti ad individuare le “leve” giuste per interventi di salute pubblica finalizzati alla prevenzione di tutte quelle malattie – malattie cardiovascolari e tumori – che è possibile combattere anche grazie ad una corretta alimentazione.
Silvia Pluchinotta