“Gente felice, ciel l’aiuta“: ancora una volta la saggezza popolare ha fatto centro e alla scienza non resta che confermare i perché.
È difficile comprendere e spiegare questo “sublime” stato d’animo. Iinfatti, mentre paura e disgusto hanno, in senso evolutivo, uno scopo ben preciso (la prima innescava un meccanismo di difesa, mentre la seconda evitava ai nostri progenitori di ingerire cibo avariato o velenoso), la felicità non sembra apparentemente legata a una necessità di sopravvivenza.
Ma allora perché siamo felici? La felicità, seppur avvolta in una coltre di mistero, ha degli scopi precisi ed ecco cosa ci rivela la scienza.
Innanzitutto, ci rende più attenti. Un atteggiamento positivo, infatti, ci permette di cogliere i particolari. Secondo Barbara Fredrickson, ricercatrice dell’Università del North Carolina, la felicità accresce l’attenzione visiva e facilita la raccolta di informazioni su ciò che ci circonda.
Insomma, vivere gioiosamente ci dona degli strumenti di analisi che tornano utili anche nei periodi più neri. Ad esempio, la ricercatrice ha testato l’umore di due gruppi di studenti prima e dopo l’attacco alle Torri Gemelle. È emerso che chi si era dimostrato più positivo prima dell’attentato riportava in percentuale meno sintomi depressivi dopo l’11 settembre. E soprattutto si mostrava in grado di apprezzare piccoli grandi “miracoli” come il lavoro dei soccorritori o il fatto che un amico fosse riuscito a salvarsi.
Inoltre, la felicità ci rende più creativi e migliora la capacità di risolvere i problemi quotidiani che dobbiamo affrontare. L’ha dimostrato una ricerca: alcuni soggetti sono stati invitati a ricercare soluzioni creative per dei piccoli dilemmi di carattere pratico. Prima della prova, metà del gruppo ha guardato spezzoni di film comici, l’altra, invece, ha visto un filmato di argomento matematico. Ebbene quelli divertiti e rilassati erano più propensi degli altri a trovare soluzioni ingegnose. E c’è di più: questo effetto positivo sulla vena creativa è accompagnato da un beneficio anche sulle relazioni sociali. La felicità, è stato provato, rende infatti più gregari, fiduciosi verso il prossimo e capaci di sopportare volentieri le critiche.
La felicità rende più forti migliorando le difese immunitarie. I ricercatori della Canergie Mellon University di Pittsburgh (Pennsylvania) hanno somministrato a 334 volontari in buona salute questionari circa il loro stato di umore insieme a dosi di rhinovirus (uno dei germi responsabili del raffreddore), tre volte alla settimana per due settimane. È risultato che coloro che nelle interviste avevano dichiarato di sentirsi felici venivano infettati meno rispetto a coloro che non lo erano.
Spiega Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore: “Questo fenomeno è legato a due meccanismi. il primo consiste nella produzione di endorfine, il “linguaggio biologico” che si accompagna al sentimento del piacere: se ne bloccassimo la produzione, saremmo freddi, incapaci di provare piacere e felicità. Il secondo prende spunto da un famoso esperimento degli anni Sessanta, in cui è emerso che le donne che avevano subito un lutto sviluppavano tumori al seno con frequenza superiore rispetto a donne che non l’avevano subito. I sentimenti quindi agiscono sul sistema immunitario, che oltre a vigilare contro gli agenti infettivi, è addetto anche alla moltiplicazione cellulare (essenziale per lo sviluppo di masse tumorali). Una persona felice va incontro in maniera minore a malattie somatiche e difende così la salute dell’organismo, che risponde con uno stato di benessere generale. Si instaura insomma, una sorta di circolo virtuoso“.
Quello che è certo è che vivere con il sorriso sulle labbra rende più facile la nostra vita ed anche quella degli altri.
Manuela Marino