Sembra senza fine l’incubo del Giappone. Ad 11 giorni dal terremoto e dallo tsunami che hanno messo in ginocchio la parte nord orientale del Paese, si registrano nuove forti scosse, due delle quali di magnitudo 6 della scala Richter.
Non si arresta l’onda sismica, con il suo potere distruttivo, con il suo carico di terrore, con la sua capacità di prostrare anche gli animi temprati dei giapponesi. L’agenzia meteorologica giapponese ha infatti previsto che esiste il 20% di possibilità che si verifichi una nuova scossa di magnitudo superiore a 7: una percentuale che si è ridotta, essendo prima stata valutata intorno al 30%.
Prosegue contemporaneamente lo stato di allerta per la contaminazione da radiazioni nucleari: a più di 30 chilometri di distanza dalla centrale la radioattività presente è stata calcolata in 100 microsievert all’ora, ciò vuol dire che in sole 10 ore si assume la quantità di radiazioni che rappresenta il limite massimo a cui si può essere esposti in un anno.
Sostanze radioattive sono state rilevate anche nell’acqua di mare e nell’acqua potabile. Le concentrazioni di iodio 131 e di cesio 134 rilevate nei pressi della centrale erano rispettivamente 126,7 volte e 24,8 volte più elevate rispetto al livello massimo consentito. La contaminazione dell’acqua è un danno di proporzioni incalcolabili: dal governo provengono appelli a prestare particolare attenzione ai bambini, evitando di dar loro l’acqua dei rubinetti o di servirsene per preparare il loro latte.
Il premier Naoto Kan ha inoltre esortato la popolazione ad astenersi dal consumo di vegetali provenienti dalla zona della centrale nucleare ed ha imposto alla prefettura di Ibaraki, che è vicina a Fukushima, di bloccare la distribuzione di latte e prezzemolo. Dai reattori, intanto, sono state viste nuove fughe di vapore che aumentano lo stato di allarme tra la popolazione. I tecnici continuano la loro opera incessante per il ripristino della funzionalità nei vari reattori, tutti già ricollegati alla rete elettrica, pur non essendo ancora ripartito il meccanismo dell’impianto di raffreddamento, la cui funzione è essenziale per scongiurare il rischio di una fusine nucleare dalle conseguenze apocalittiche.
Si diffonde intanto nel mondo l’allarme radiazioni: già da ieri, 23 marzo, si stima che la nube radioattiva potrebbe raggiungere l’Europa. Il primo Paese ad essere investito potrebbe essere la Francia, ma gli esperti d’Oltralpe rassicurano sul fatto che le concentrazioni di sostanze radioattive sarebbero a livelli “non preoccupanti“.
Ed intanto gli Stati Uniti hanno deciso di eliminare alla radice le possibilità di contaminazione della popolazione, sospendendo del tutto le importazioni di latte e spinaci provenienti dalle aree circostanti la centrale di Fukushima, nelle quali sono stati riscontrati elevati tassi di radioattività.
Francesca Di Giorgio