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Autismo: i 2 ormoni che rendono più facile la socializzazione

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L’assunzione degli ormoni ossitocina e vasopressina migliorerebbe i disturbi cognitivi tipici dell’autismo.

Realizzato dall’Istituto di Neuroscienze del CNR in collaborazione con le Università di Milano Statale, Bicocca e Politecnico, dell’Insubria e dalla giapponese di Tohoku, un nuovo studio rivela come questi due ormoni agiscono sulle anomalie comportamentali negli individui adulti, cioè dopo il completamento dello sviluppo del sistema nervoso.

L’autismo è un disturbo neurologico che colpisce 1-2 persone ogni 1000 in tutto il mondo. I sintomi caratteristici compaiono al terzo anno di vita, con il verificarsi di disturbi nella comunicazione e nella socializzazione e la ripetizione continua di alcuni gesti.

Il cervello di una persona autistica mostra cambiamenti nella struttura e nell’organizzazione dei collegamenti tra le cellule nervose, con frequenti attacchi di epilessia.

L’ossitocina e la vasopressina agiscono all’interno del sistema nervoso in alcune zone dell’ippocampo, una zona del cervello che partecipa alla regolazione dell’apprendimento, della memoria e dei comportamenti sociali ed emotivi.

Lo studio in questione, che si è guadagnato la copertina di Biological Psychiatry, è stato condotto su topi geneticamente modificati privi del recettore dell’ossitocina nel sistema nervoso centrale. Gli animali privati di questo ricettore hanno mostrato alterazioni della memoria sociale e ridotta flessibilità cognitiva, riproducendo quindi il nucleo centrale della sintomatologia autistica.

Diventavano, inoltre, più aggressivi e, se trattati con dosi normalmente inefficaci di agenti farmacologici convulsivanti, rispondevano con crisi di tipo epilettico, manifestazioni che indicano un aumento dell’eccitabilità cerebrale di base, come nell’autismo.

Quando, però, la normale quantità di ormoni in circolo veniva ripristinata le crisi epilettiche e tutti i deficit cognitivi scomparivano, segno che queste due molecole possono riportare alla normalità un cervello dalla struttura e dall’attività alterate. Questi risultati sono davvero importanti perché mettono in luce potenziali nuovi approcci terapeutici basati sull’uso di queste molecole. Un risultato fondamentale per la ricerca e la lotta contro l’autismo.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.