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Fondazione Italiana Diabete: pubblicità shock contro il diabete

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Ha creato scalpore lo spot della Fondazione Italiana Diabete Onlus, realizzato dall’agenzia Armando Testa per sensibilizzare a sostenere la ricerca per il diabete con la raccolta del 5 per mille.

Un bambino con il volto da adulto. Una vita all’apparenza normale, la piscina, la scuola, le visite mediche, la festicciola con gli amici. E a casa, alla sera, la madre – che rappresenta la Ricerca – gli mette via la maschera. E il suo viso è il nulla, perché il nulla è ancora la cura alla sua malattia, il diabete mellito di tipo 1.

Un messaggio forte che non è piaciuto all’Associazione Diabete Italia, il cui Presidente, Umberto Valentini, non attende a dire la sua: “La campagna di sensibilizzazione provoca reazioni contrapposte. Questo perché diversi possono essere i punti di vista: da un lato, la tragedia della malattia e la voglia di gridare a tutti il dolore che provoca quando colpisce un bambino; dall’altro, il desiderio di superare il dolore e ricostruire un livello di normalità, seppur con un enorme fardello: il desiderio di portare il bambino a crescere con gli altri, studiare, praticare sport, inserirsi nel contesto sociale e lavorativo. Sono punti di vista del tutto legittimi, in quanto rappresentano la soggettività con la quale ciascuno si pone davanti a un simile problema”.

Ciò che Valentini condanna è l’utilizzo di un linguaggio “brutale”, usato così crudamente che “certamente si scuote chi è sano, chi non ha il diabete e non sa che cosa voglia dire. Ma si pensa a quale impatto si possa provocare in un bambino diabetico o nei suoi genitori?”.

Quella di Diabete Italia non è l’unica polemica. Le accuse arrivano anche da Antonio Cabras, presidente della Federazione nazionale diabete giovanile: Sono immagini che rischiano di vanificare il lavoro svolto in 30 anni di attività. Ci battiamo per aiutare questi bambini a realizzare il migliore stile di vita possibile”. Cobras dichiara, inoltre, che la Federazione ha richiesto l’intervento al ministro per le Pari opportunità, a quello delle Politiche sociali al Garante per l’infanzia e a quello per la concorrenza e il mercato.

Replica Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete: “La campagna vuole rappresentare le difficoltà che un bambino deve affrontare: lo dico da padre di un bambino di 9 anni che si è ammalato quando aveva 18 mesi. La “maschera” sono le difficoltà che costringono i bambini a una rapida crescita psicologica, perché devono affrontare controlli, iniezioni e sacrifici. Ogni altro significato è frutto di una errata lettura”.

Insomma, ora dite voi la vostra. Personalmente trovo quel volto un po’ inquietante. Ma fa riflettere. Parecchio.

Su quelle 20 mila persone in Italia che, neanche adolescenti, soffrono di questa patologia.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania