Non chiamatelo sesso debole. Fatti e misfatti di una vita di coppia

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Fatti e misfatti di una vita di coppia. Quando lei fa i conti con una giornata di appena 24 ore e lui con la partita al calcetto.

Amore, puoi andare a ritirare il pacco all’ufficio postale?

Lui vi guarda, attonito, con un’aria da cucciolo sperduto, pensando a quanto, nella sua giornata ricca di importanti eventi, sia difficile far rientrare un’altra pesantissima commissione. Riflette per qualche secondo. Poi balbetta.

“Non riesci a farlo tu? Io ho da fare.”

Beata innocenza. La vita media di una donna è ricolma di impegni/lavori/responsabilità. Non che i nostri partner siano dei fannulloni, per carità, ma il confronto, spesso, è impietoso. Siamo così abituate a gestire trenta attività alla volta, che neanche ci accorgiamo più di quanto miracolosa e inesauribile sia la nostra energia.

Noi, cenerentole del creato, ci occupiamo. Nel senso che siamo sempre, perennemente, occupate. Anche quando non lavoriamo. Anche quando siamo a spasso, quando siamo in vacanza o in un momento di relax. Noi ci occupiamo. Di lui, dei figli, del lavoro, della casa, di tutte le piccole cose che ci servono per far funzionare il nostro quotidiano.

Così, siamo costrette ad ammettere che è vero, che l’universo è un po’ misogino e che il principale nemico della donna di oggi è un maschio. Sì, ma non il tizio che dorme nel letto con voi e che i pacchi, invece di ritirarli, ve li rifila, bensì un signore di età avanzata, rispettabile, quasi eterno: il Tempo.

Tempo, orologio, minuto, secondo… l’unità di Tempo è maschio, anche linguisticamente, non c’è nulla da fare.

Noi, femmine, siamo nate con il gene dell’equilibrismo. Ci destreggiamo nelle 24 ore con abilità degna di un trampoliere. Quando siamo brave, ma proprio brave, cerchiamo di ritagliarci dei piccoli spazi per noi. Una ceretta, una tinta, magari un po’ di shopping con le amiche.

Ma poi, spesso, mentre ci troviamo beatamente sdraiate, con della polpa di cetriolo sulla faccia, vestite solo di una nuvola di vapore e di gocce di olio aromatico, sentiamo il trillo del cellulare.

“Amore” lampeggia la scritta sul display.

Ciao tesoro. Sono andato all’ufficio postale ma non mi hanno dato il pacco. Avevo scordato a casa lo scontrino con il numero. Puoi andare domani? Io ora ho il calcetto con gli amici

Alla parola domani, si apre una voragine. Domani vuol dire uscire dal lavoro, accompagnare la bimba a pallavolo e, mentre lei è lì, andare a fare la spesa per procurare gli ingredienti per la cena serale alla quale parteciperà un nutrito gruppo di amici affamati. Non resta che togliersi il cetriolo dalla faccia, rimettersi i vestiti e correre a prendere lo scontrino e poi il meritato pacco. Pensando e ripensando che ci vorrebbe più tempo.

Il filosofo Kant diceva che il Tempo è ciò che sta alla base di tutte le intuizioni, di tutte le idee. Sarebbe addirittura impossibile pensare, se non avessimo l’idea del tempo.

Quindi, signore, non ci resta che riconoscere la sua sovranità e continuare ad occuparci e ritirare i nostri pacchi.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin