Dopo la pillola anticoncezionale e la pillola del giorno dopo, oggi ci si interroga sulla commercializzazione della pillola dei 5 giorni dopo: contraccettivo o farmaco abortivo?
Già diffusa negli Stati Uniti, presente in molti paesi europei come Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna, EllaOne, questo il nome del prodotto, in Italia sarebbe dovuta arrivare a metà del 2010, ma una serie di stop ne sta ancora impedendo la commercializzazione.
La pillola in questione contiene l’ulipristal, un contraccettivo di emergenza di ultima generazione che è efficace anche dopo 120 ore dal rapporto sessuale considerato a rischio. La Commissione consultiva tecnico-scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si sta interrogando sugli effetti che un uso ripetitivo potrebbe causare all’organismo.
Dopo ben 763 giorni, contro i normali 90, l’Aifa non ha ancora deciso e il provvedimento è stato portato in Parlamento dal Partito Radicale che riconduce la non presa di posizione a motivi politici più che tecnico scientifici. La senatrice radicale Donatella Poretti sottolinea che “l’Italia, in quanto membro dell’Ema, l’ente europeo per il controllo dei farmaci, si è già espressa a favore della commercializzazione del farmaco come ‘contraccettivo’ femminile d’emergenza e dunque ora è obbligata a dare il via libera“.
Ma il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, giustifica questa attesa e la richiesta dell’intervento del Consiglio superiore della sanità, con la necessità di chiarire la natura abortiva o contraccettiva del farmaco.
La soluzione sembra dunque essere ancora lontana, ma il farmacologo Silvio Garattini avverte che, se l’autorizzazione non dovesse arrivare, si aprirebbe uno scontro a livello europeo e per poterlo sostenere servono motivi validi.
Silvia Bellucci