Quando si parla di alimentazione corretta e di regole da tener presenti per seguire una dieta sana, è facile perdersi tra informazioni scientifiche o presunte tali, e spesso contraddittorie.
Avete sempre saputo che i carboidrati sarebbe meglio consumarli a pranzo? Abbiamo visto, invece, come il pasto in cui andrebbero di preferenza inseriti sia la cena.
Gli errori in cui è possibile incorrere sono tanti: un esempio illustre è dato dai consigli diffusi sui metodi per ridurre il colesterolo nel sangue: “basta limitare il consumo di uova, crostacei, organi interni degli animali”. Così si crede. Ma è del tutto vero? In realtà no.
Una ricerca pubblicata sul British Journal of Nutrition ha rivelato come la correlazione esistente tra il colesterolo assunto con gli alimenti e il rischio cardiovascolare sia in realtà minima.
Chiarisce il significato di questo studio il dottor Domenico Sommariva, vicepresidente della sezione lombarda della Società italiana per lo studio dell’arteriosclerosi
“Il colesterolo in circolo nel sangue dipende solo in parte da quello assorbito a livello intestinale e in maggior misura da quello prodotto dall’organismo stesso. Sia l’assorbimento che la sintesi di colesterolo sono però soggetti a sensibili variazioni da un individuo all’altro, principalmente in rapporto al profilo genetico. Alcuni assorbono solo il 20% del colesterolo introdotto con gli alimenti, ma altri arrivano all’80%. In media, si può dire che ne assorbiamo circa il 50%. Questo vuol dire che il limite di 300 mg al giorno, tradizionalmente suggerito come apporto massimo di colesterolo alimentare nella giornata, non è valido, se non per chi ne assorbe molto”.
Questo naturalmente, come precisa il dottor Sommariva, non significa che si possa tranquillamente eccedere nel consumo di uova o crostacei, ma ci suggerisce che gli alimenti da tenere d’occhio sono anche, anzi principalmente altri.
“Il ruolo svolto dal colesterolo alimentare è stato molto ridimensionato. Questo, ovviamente, non significa che convenga esagerare, ma, piuttosto, che il contenuto di colesterolo di un cibo non deve assolutamente essere l’unico criterio con cui valutarlo. Stiamo piuttosto in guardia nei confronti di altri componenti, come gli acidi grassi saturi e i trans, che sappiamo aumentare il livello di colesterolo nel sangue assai più del colesterolo contenuto direttamente negli alimenti”.
Ad incidere in misura decisiva sul tasso di colesterolemia sono dunque i grassi trans, presenti in grande quantità nella margarina utilizzata nei preparati industriali per la sua grande versatilità, in quanto in grado di conservarsi anche a temperatura ambiente e di assicurare prodotti da forno molto friabili.
Occorre cautela quindi nell’acquisto di cibi già pronti che dovrebbero essere consumati solo dopo aver letto con attenzione le etichette con le informazioni nutrizionali: un’attenzione necessaria, per mangiare in modo consapevole e rispettoso della salute.