Bere un buon bicchiere di vino per mantenerci in salute lo prescrive davvero il medico e non solo a chi è un habitué dal gomito facile!
Il vino infatti, in particolare quello rosso, contiene sostanze antiossidanti e fluidificanti che migliorano la circolazione sanguigna e fanno bene all’organismo.
Se poi il vino è anche naturale, ancora meglio! L’agricoltura biologica, infatti, è validissima anche per la vite e il suo frutto l’uva. Eliminando infatti i fertilizzanti, i pesticidi, i diserbanti chimici e i fitosanitari di sintesi è possibile avere un vino ottimo e privo di quei concimi chimici che lo rendono meno genuino.
In alternativa ad essi si possono utilizzare rifiuti organici, decomposti biochimici e stabbi naturali. Infatti, le sostanze chimiche possono causare non solo reazioni allergiche, ma anche danni all’organismo
Per quanto riguarda la coltivazione biologica della vite è oggi sotto il controllo della Normativa europea, che però non regola ancora il processo tramite il quale l’uva si trasforma in vino, la vinificazione. Non esistono infatti ancora divieti nell’uso dei solfiti.
Ma cosa sono i solfiti? E, soprattutto, sono così dannosi?
I solfiti sono un composto sempre presente nel vino, perché frutto della fermentazione alcolica e quindi prodotto del tutto naturale; vengono però aggiunti sotto forma di anidride solforosa (SO2) per preservare il vino durante le sue diverse fasi di lavorazione
spiega Pier Francesco Lisi, giornalista esperto di agricoltura biologica.
E sono essi che servono a stabilizzare il vino, tanto più che sono molto usati nei paesi del nord dove la scarsa presenza del sole ne richiede l’utilizzo proprio perché i vini non siano instabili. Gli antichi romani e in seguito i viaggiatori olandesi li usavano, bruciandoli nelle botti, per conservare il nettare degli dei durante i loro spostamenti.
Al giorno d’oggi a loro presenza è segnalata sulle bottiglie solo se superiore a 10 mg/litro (e non solo nel vino) perché allergenici e tossici. Sono loro la causa del mal di testa dopo una bella cena a base di pesce e vino bianco! Sono infatti molto più presenti nei bianchi, soprattutto in quelli dolci.
Ma se siamo tra quelli che preferiscono il Traminer al Chianti, non disperiamo: non siamo condannati a cerchi alla testa perenni!
Se infatti fino a qualche anno fa se si cercava un vino senza additivi, ci si sentiva rispondere
“è impossibile produrre un vino senza solfiti, un vino senza solfiti non è stabile, andrebbe a male subito”,
ora si sa, e si fa, che limitare l’uso di queste sostanze è possibile.
Le cantine naturali, ormai diffusissime nel nostro paese che del vino ha sempre fatto un suo vanto, ma anche una delle sue passioni, sono arrivate anche a produrre vini senza aggiungere SO2, che poi si trasforma in solfito, e altri additivi chimici durante la lavorazione.
Come? Semplicemente lavando accuratamente l’uva con l’acqua!
“Così si rimuovono gli inquinanti depositati sulla buccia, la fermentazione viene meglio e lavorando in ambienti particolarmente puliti, si evita di contaminare il posto con i batteri estranei: quindi NON hanno bisogno di conservanti artificiali”.
Processo non così semplice come si potrebbe pensare, perché è davvero arduo riuscire a invecchiare il vino senza aggiunte chimiche e senza la formazione di muffe. Se quindi è vero che
“al momento attuale è di difficile applicazione una vinificazione totalmente esente dall’impiego di anidride solforosa, il contenimento dell’impiego della SO2 è un obiettivo da perseguire attraverso un uso razionale e pianificato all’interno del processo di vinificazione”.
Se volete quindi brindare alla vita e mantenervi in salute senza mal di testa o rischi di allergie, controllate l’etichetta e magari nell’acquistare la bottiglia di vino per la prossima cena fatevi consigliare da un esperto e non solo dal prezzo!