Suonava male, effettivamente, la parola “killer” accanto a un cetriolo. Il cetriolo, tapino ortaggio, di per sé non c’entra nulla. Scagionato, se ne torna a casa, come lo zio di Avetrana.
Intanto il batterio Escherichia Coli in Germania ha già fatto 17 vittime e che i cetrioli non ne fossero la causa è notizia di oggi. È stato accertato, infatti, che il batterio è presente su tali ortaggi con un ceppo diverso.
In altre parole, gli agenti patogeni riconosciuti su 2 dei 3 cetrioli provenienti dalla Spagna (che non ha venduto più un solo cetriolo con pesanti conseguenze economiche) presi in esame e risultati contaminati non corrispondono a quelli rilevati nelle feci di alcuni pazienti (che appartengono al sierogruppo E. Coli Vtec O104).
La domanda, dunque, sorge spontanea: se non è il cetriolo/maggiordomo l’assassino, chi è? Ecco l’enigma. Quello che è certo è che tutti i casi che sono stati registrati riguardano persone che si sono infettate in Germania, secondo quanto afferma l’European Centre of Disease Control and Prevention (Ecdc).
Rimane da parte delle autorità sanitarie tedesche l’invito a una maggiore attenzione a ciò che si mangia e all’igiene: a rischio sono latte non pastorizzato, formaggi sono gli alimenti, carne poco cotta, verdure crude e succhi di frutta non pastorizzati.
Intanto in Italia, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha ribadito che “la trasmissione dell’infezione si può escludere adottando e mantenendo regole di igiene, come quella di lavare accuratamente le mani, la frutta e la verdura“. A scopo preventivo, comunque, i Nas hanno sequestrato due partite campione di cetrioli provenienti dalla Spagna, una di 7 e l’altra di 9 quintali, per sottoporle ad esami i cui risultati si conosceranno domani sera.
Germana Carillo