Cos’hanno in comune l’influenza stagionale e l’eschirichia coli? Semplice, una norma di prevenzione: lavarsi le mani.
Se per alcuni avere mani pulite è soltanto questione di igiene, per molti altri è principalmente affare di salute. Secondo gli esperti, infatti, strofinare le mani con il sapone e risciacquarle sotto l’acqua corrente per circa 40-60 secondi nei momenti critici della giornata previene infezioni gastrointestinali, respiratorie e cutanee. Ad esempio, avere le mani pulite dimezza il rischio di gravi forme di diarrea che causano nel mondo all’anno quasi 2 milioni di bambini morti sotto i 5 anni. Per le infezioni delle vie respiratorie la riduzione sarebbe del 25%.
Una questione questa molto importante anche per medici, infermieri o operatori sanitari che si trovano quotidianamente ad operare in contatto con virus, infezioni e materiale potenzialmente infettante, ma soprattutto con pazienti deboli che potrebbero essere facilmente contagiati.
Ogni anno, infatti, in Europa più di 4 milioni di persone contraggono un’infezione in ospedale, molto spesso proprio per la trascuratezza del personale sanitario. E le infezioni ospedaliere, secondo un’inchiesta recentemente pubblicata sul Time, sono la quarta causa di morte negli Usa. Un riscontro a questo si ha avuto laddove protocolli rigorosi hanno imposto e vigilato sul rispetto delle regole di igiene personale: in questi contesti si è riusciti ad azzerare i casi, perfino nei reparti più a rischio, come quello di rianimazione.
Se lavarsi le mani è dunque importante, saperlo fare è essenziale. Come spiega il professor Carlo Signorelli, docente di igiene all’Università di Parma, “a volte si usa solo l’acqua e le mani non si sfregano a dovere: ciò non basta ad eliminare né i batteri, né i coloranti o sostanze chimiche potenzialmente dannose“.
Anche la scelta dei saponi è assai rilevante – quelli liquidi, che non implicano mai un contatto con le mani, sono più sicuri – così come è fondamentale l’asciugatura: “l’asciugatura è molto importante – commenta Signorelli – perché l’umidità può favorire la moltiplicazione dei microrganismi, sminuendo così l’efficacia della pulizia appena fatta“. Inoltre il professore consiglia, sempre per una corretta igiene, di lavare gli anelli da parte perché su di essi attecchiscono molti microbi.
Fabrizio Giona