Diciamo che non è il massimo della cortesia e dell’attenzione per l’altro, parlare al telefono mentre si apre la pagina di Facebook. E che non è molto coerente tornare dalla palestra e mangiare un cibo pronto perché non si ha tempo per cucinarsi qualcosa.
La vita “slow” è un’aspirazione, che a volte riteniamo prioritaria e a volte, invece, ci sfugge dalla mani. Ma cosa vuol dire veramente “vivere con lentezza”?
Che sia una vera e propria filosofia esistenziale, supportata anche da un discreto gruppo di seguaci, lo dimostra il fatto che esiste anche un’associazione di volontariato, L’Arte del Vivere con Lentezza, che si occupa di divulgare il verbo del “vivere piano” e di organizzare ogni anno la Giornata Mondiale della Lentezza.
A parte il classico statuto, l’associazione usa, come riferimenti teorici della sua attività, i cosiddetti “comandalenti”: un decalogo per chi ha deciso di dire “basta” alla fretta e di dedicare al tempo la giusta dimensione psicologica. I più curiosi? “Facciamo una camminata, soli o in compagnia, invece di incolonnarci in auto per raggiungere la solita trattoria fuori porta”, oppure “Scrivere sms senza simboli o abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara…”
Vita dolce, dunque, ma da dove cominciare? Secondo i sostenitori della vita slow, i primi a cambiare dovremmo essere noi, seguendo almeno due regole d’oro
- non fare mai due cose insieme – ma noi donne… come possiamo seguirla?!
- mangiare cibi sani e di stagione, secondo la regola del più famoso e noto “Slow food”.
Riuscirci sembra donare molta serenità e restituire quell’equilibrio psicofisico che a volte può mancare. Forse al posto dell’ennesimo multi vitaminico in borsa ci occorrerebbe far pace con l’orologio e magari coccolarci con una cenetta, lasciandoci andare al “dolce far niente”.
Vedrete che le occhiaie e lo stress vi saluteranno!
Sara Tagliente