Continuano i progressi in campo medico nella diagnosi e nella cura del tumore al seno, ma anche nel miglioramento della vita e del benessere delle donne colpite da questa malattia.
Dopo il “day surgery senologico” e il MAMMI (Mammography with Molecular Immaging), i ricercatori dell’Ist di Genova scoprono come dare la possibilità di diventare mamma alle donne colpite da menopausa precoce in seguito al cancro al seno.
La menopausa colpisce 4 donne italiane su 10 delle oltre 38 mila donne che ogni anno si ammalano di tumore al seno. Ora, però, lo studio dell’Ist pubblicato oggi sulla rivista scientifica Jama, ha scoperto che è possibile salvare la fertilità con la tecnica “blocca” ovaie, aumentando la possibilità di non avere la menopausa del 17%.
Somministrando per 30 giorni la triptorelina, un ormone analogo dell’Lhrh, il team è riuscito a preservare le ovaie dagli attacchi dei farmaci chemioterapici. Lo studio è stato condotto dal 2003 al 2008 su 281 donne in 16 centri aderenti al Gruppo Italiano. Del gruppo di donne che aveva ricevuto la cura ormonale solo l’8,9% è andato incontro a menopausa precoce, contro il 25,9% di chi aveva ricevuto le cure standard.
“Il tumore del seno colpisce sempre più precocemente, 6 volte su 100 prima dei 40 anni. In questi casi è per noi prioritario salvaguardare la loro possibilità di diventare madri. La menopausa precoce è un’eventualità che le spaventa e nel 29% dei casi influenza addirittura la decisione riguardo ai trattamenti. Questa ricerca è un fondamentale passo avanti per garantire loro una vita come prima dopo la malattia, gravidanza compresa“, sottolinea Lucia del Mastro, dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova e coordinatrice.
“Ci auguriamo che questa strategia diventi di routine per tutte le donne giovani che si trovano ad affrontare un tumore del seno“, ha detto Marco Venturini, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica e coautore della ricerca.
A noi non resta che associarsi a questo augurio!
Roberta Ragni