Un super-anticorpo in grado di neutralizzare tutti i virus più aggressivi dell’influenza che ogni anno colpiscono tra i 2 e i 5 milioni di italiani, solo contro tutti.
Non è un miraggio: l’hanno scoperto un gruppo di scienziati coordinati dall’immunologo Antonio Lanzavecchia, dell’Istituto di Ricerche Biomediche (Irb) di Bellinzona, in collaborazione con il britannico Medical Research Council (Mrc) e con la spinoff dell’Irb Humabs Biomed.
E a dir la verità non sarebbe nemmeno il primo: anche un team di studiosi provenienti dall’Emory University e dalla University of Chicago aveva isolato degli anticorpi “universali”. Il super-anticorpo, l’unico capace di combattere le caratteristiche che restano immutate dietro i continui mutamenti dei virus dell’influenza, era inseguito da anni da numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo.
Ora è stato trovato: si chiama F16 ed è capace di combattere contro tutti i virus dell’influenza che appartengono al tipo A, che fanno parte della stessa famiglia che comprende i virus responsabili dell’influenza suina H1N1, dell’aviaria e della Spagnola del 1918.
“Come prima cosa, abbiamo messo a punto un nuovo metodo per isolare gli anticorpi contro l’influenza direttamente dalle plasmacellule umane. Dopo aver studiato le risposte immunitarie di 104 mila campioni provenienti da otto donatori, abbiamo individuato una cellula in grado di produrre un anticorpo che neutralizza tutti i gruppi virali. Studiando la struttura di questa molecola, abbiamo individuato una sua corrispondenza con un epitopo della proteina virale emoagglutinina (Ha) altamente conservato sia nel gruppo I che nel II. Una vera conquista, visto che prima d’oggi si pensava che un caso del genere non esistesse“, ha spiegato Lanzavecchia.
La scoperta, pubblicata su Science, verrà presto impiegata per realizzare farmaci, entro 5 anni secondo i ricercatori, ma per il vaccino si dovrà attendere di più: “Le informazioni che abbiamo raccolto potrebbero senz’altro rivelarsi utili per elaborare un vaccino che protegga da tutti virus influenzali, ma se ne riparlerà in futuro. In primis, disponiamo di un anticorpo che potremmo utilizzare per curare pazienti con forme gravi di influenza o per prevenire le infezioni. Mi riferisco a un utilizzo degli anticorpi tali e quali, come nella sieroterapia contro il tetano e la rabbia. Il grande vantaggio di questa vaccinazione passiva, che dura da poche settimane a qualche mese, è quello di essere indipendente dalla risposta immunologica dei pazienti. Infatti, sebbene funzioni, l’attuale vaccino influenzale non induce alcuna risposta in circa il 30% dei casi, soprattutto negli anziani e nelle altre categorie a rischio“.
In attesa dei futuri farmaci capaci di prevenire l’influenza e del più lontano vaccino universale, ecco tutti i rimedi omeopatici per combatterla.
Roberta Ragni