Fumare poco? Fumare molto? Non c’è alcuna differenza. Anzi, a parere degli esperti, una ce n’è: fumare poche sigarette al giorno per molti anni fa più male che fumarne molte per un breve periodo. E la causa sarebbe da attribuire agli additivi, tra cui il mentolo.
I ricercatori del National Cancer Institute di Bethesda hanno verificato se il rischio di sviluppare un cancro della vescica per i fumatori, rispetto a chi non fuma, fosse cambiato nel tempo, confrontando i dati raccolti nel Maine, nel New Hampshire e nel Vermont fra il 2001 e il 2004 con quelli raccolti fra il 1994 e il 1998.
Il risultato, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute è che il rischio di contrarre un tumore alla vescica per chi faceva uso di tabacco è diventato 5 volte più alto rispetto ai non fumatori, tenuto conto, inoltre, che un consumo moderato ma più esteso negli anni è apparso più nocivo di un consumo più intenso.
Ciò sarebbe dovuto alla composizione stessa della sigaretta e soprattutto a un tipo di cancerogeni, in particolare la naftilammina, che finiscono nell’urina. Inoltre, gli esperti affermano che anche altri vari additivi possono diventare pericolosi con la combustione e altri possono agire indirettamente, come il mentolo.
Non solo, ma le famose sigarette light, a basso contenuto di nicotina, hanno portato i fumatori ad aumentare frequenza e intensità dell’aspirazione per soddisfare il bisogno di nicotina. Ecco perché chi fuma poco tutti i giorni per anni e inala con più forza sarebbe più esposto a diversi tipi di tumori.
L’unico rimedio, diciamocelo, è smettere di fumare: il rischio di un tumore, in questo caso, si riduce di molto entro i primi cinque anni di non fumo, pur rimanendo più alto rispetto ai non fumatori per almeno un ventennio.
Germana Carillo