Ragioniamo attraverso un sillogismo. Il nostro cervello è il più complesso e geniale marchingegno presente in natura, in quanto coordina in maniera efficace tutte le parti dell’organismo umano. E questa è la prima premessa.
Tutti i marchingegni, semplici o complicati che siano, hanno bisogno di essere costantemente lubrificati affinché ogni loro singolo ingranaggio funzioni in maniera scorrevole e il più a lungo possibile. E questa è la seconda premessa.
La conclusione è che il nostro cervello necessita, come tutti i marchingegni, di un lubrificante che renda il suo funzionamento sempre fluido ed efficiente (così da poter continuare facilmente con i sillogismi!) e che prevenga usura o battute d’arresto. E parlando di lubrificante, qual è il primo elemento che ci viene in mente? L’olio, naturalmente!
Ebbene sì! Il dott. Paul Breslin, noto psicobiologo sensoriale e genetista, insieme ad un gruppo di ricercatori del Monell Center Senses Center di Philadelphia e della Northwestern University di Chicago (USA), ha dimostrato che l’olio extra-vergine d’oliva ha una qualità salutare in più, oltre a quelle già note e per cui è alimento principe sulle nostre tavole: aiuta a prevenire e curare quelle che possiamo chiamare le “ruggini” o i blocchi del nostro cervello, ovvero i disturbi di una terribile malattia degenerativa come il “morbo di Alzheimer”.
Questo tipo di demenza, che in Italia fa soffrire 800 mila persone più i loro familiari, è causata, secondo gli scienziati statunitensi, dalla presenza di proteine neurotossiche, chiamate ADDL, le quali danneggiano e riducono la comunicazione tra le cellule del nostro cervello, i neuroni, distruggendoli progressivamente. La prima attività a risentire di questa distruzione è la memoria, che ha sede nella regione cerebrale chiamata ippocampo, ed è per questo che l’attenzione dei ricercatori si è focalizzata proprio in quella parte di “materia grigia”, dove conta cosa si è mangiato a pranzo, ma anche dove si è nati e come funziona il microonde.
In laboratorio, si è scoperto che un composto dell’olio extravergine d’oliva, l’oleocantale, non solo ha la capacità di preservare le cellule nervose dalla naturale usura legata all’avanzare dell’età, ma ha anche quella, importantissima, di modificare dimensioni e struttura delle cellule neurotossiche, impedendo loro di penetrare nelle cellule nervose e di ostruire le loro comunicazioni continue.
Una bella sorpresa scientifica, dunque, che da una parte apre la strada ad un significativo miglioramento nelle terapie curative dell’Alzheimer, per cui ad oggi non c’è ancora un rimedio unico ed efficace, ma che, dall’altra, attribuisce all’olio extravergine d’oliva il ruolo di “lubrificatore ufficiale” dei meccanismi del nostro cervello, visto che previene la demenza e mantiene efficienti le nostre abilità cognitive, prime fra tutte la memoria. Secondo il dott. Breslin, infatti, l’oleocantale aumenta le nostre difese immunitarie e sviluppa anticorpi in grado di combattere le tossine prima che possano arrecare danni.
Allora, forza, cervello, continuiamo a lavorare e a mantenerci attivi! Olio di gomito? No, extravergine d’oliva!
Virginia Panzera