È il primo alimento che assumono i bambini e per alcuni mesi rappresenta la loro unica fonte di nutrimento, è la base della colazione all’italiana e spesso, soprattutto per le persone anziane, è l’alternativa ideale alla cena tradizionale.
Stiamo parlando del latte, naturalmente. Un alimento completo sul piano nutrizionale e che, in particolare per noi occidentali, rappresenta la principale fonte di calcio.
Diciamo latte, ma con questo termine individuiamo un alimento che si presenta sul mercato con una ricca varietà di proposte, adeguate alle diverse esigenze.
Iniziamo allora un viaggio ideale dentro ad un bicchiere di latte, per scoprire le caratteristiche di questo alimento che ha un posto centrale nell’alimentazione.
La prima grande differenza che possiamo evidenziare è quella tra latte fresco e latte UHT. Il secondo, che assicura tempi di conservazione più lunghi, ha caratteristiche organolettiche inferiori; per l’eliminazione dei batteri presenti, infatti, questo tipo di latte viene sottoposto ad un processo di sterilizzazione a temperature elevate, a seguito delle quali assume un sapore di cotto. Il latte fresco, al contrario, viene sottoposto a pastorizzazione, processo che richiede il ricorso a temperature meno elevate e quindi consente all’alimento di conservare un sapore più naturale.
Dal punto di vista nutrizionale i due tipi di latte possiedono qualità similari, per cui la scelta per l’uno o l’altro può essere compiuta solo in base a gusti personali. Un’attenzione particolare va riservata alla marca del prodotto: non si tratta di una questione di tendenza o di pubblicità, quanto di sicurezza, soprattutto nel caso di latte UHT. Quest’ultimo, infatti, viene prodotto anche da aziende di basso profilo e ciò a discapito di un adeguato standard di controlli sulla sicurezza e l’igiene nei processi di produzione.
Un’altra grande differenza da evidenziare è quella tra latte intero, parzialmente scremato o scremato. La diversità consiste nella quantità di grassi contenuti, e dunque nelle calorie fornite: il latte intero ha 65 kcal/100gr, il latte parzialmente scremato 45, quello scremato 35. Consigliamo di evitare in ogni caso il latte scremato: ha una differenza irrisoria rispetto a quello parzialmente scremato, in merito alla quantità di calorie fornite, ed un gusto decisamente poco gradevole: essendo stato completamente sgrassato, infatti, ha perso sapore e si ha l’impressione di bere acqua bianco-grigiastra.
La scelta tra latte intero e parzialmente scremato dipende fondamentalmente dall’entità del consumo giornaliero. Una sola tazza di cappuccino a colazione? Potete tranquillamente gustare il sapore più deciso del latte intero; tuttavia anche nel caso di un consumo maggiore, ad esempio 300 grammi al giorno, il parzialmente scremato consente un esiguo risparmio di calorie: appena 60 in meno rispetto al latte intero.
Una categoria superiore è rappresentata dal latte di alta qualità: si tratta di una denominazione riconosciuta dalle legge 169 del 3/5/1989, che viene assegnata solo dopo il superamento rigorosi controlli sullo stato di salute delle razze bovine e la loro alimentazione, le condizioni di mungitura, l’igiene delle stalle, la raccolta e distribuzione del latte, i trattamenti a cui viene sottoposto ed il processo di confezionamento.
Nutriente e sano, il latte tuttavia non è un alimento per tutti. Il suo problema è dato dalla non facile digeribilità, a seguito della presenza del lattosio, lo zucchero proprio del latte. Nell’organismo umano esiste un enzima, la lattasi, deputato alla digestione del lattosio; una volta esauritosi tale enzima, il latte che non è stato digerito subisce un processo di fermentazione e conseguentemente causa problemi intestinali e crampi all’addome. In alcuni soggetti è completamente assente la produzione della lattasi, per cui anche una minima assunzione di latte può causare diversi fastidi. A tali problemi si può ovviare sostituendo il latte con alcuni derivati, tra cui in particolare lo yogurt ed i formaggi.
Particolare attenzione deve essere riservata alla conservazione del prodotto, in particolare del latte fresco, in quanto tende a deteriorarsi molto facilmente, rappresentando un luogo favorevole per la crescita dei batteri: dopo averlo acquistato, quindi, non dimenticatelo nella borsa della spesa, ma provvedete subito, una volta a casa, a porlo in frigorifero.
Con le dovute cautele, nella selezione del prodotto e nella sua conservazione, gusterete un alimento che si presta ad essere assaporato freddo o caldo, assoluto o unito all’altro insostituibile ingrediente del nostro risveglio: il caffè.
Francesca Di Giorgio