Si svolgerà lunedì 10 ottobre l’Obesity Day, la giornata di sensibilizzazione nazionale su sovrappeso e salute.
Gli esperti della Fondazione Adi, l’Associazione italiana di dietologi, si metteranno a disposizione, gratuitamente, in molti ospedali per consigli e informazioni.
DIETE ERRATE
In pochi sanno (un italiano su 4) che ogni giorno bastano 2000 calorie e solo 7 su 100 sanno che la percentuale di calorie derivate dai grassi è di circa un terzo. In più, la quasi totalità degli italiani sbaglia dieta, trovandosi poi più grassi di prima: “il peso iniziale con un aumento del 20%“, come afferma Giuseppe Faitati , presidente della Fondazione Adi.
Come se non bastasse, va di moda anche affidarsi a diete iperproteiche (con troppe proteine, derivanti per lo più dalla carne, e pochissimi carboidrati), a diete fai-da-te o diete prese in considerazione per il semplice fatto che sono diventate famose grazie a star dell’ultimo minuto, come la dieta Dukan. Insomma, il messaggio dei promotori dell’Obesity Day è un solo: “Non esistono alimenti buoni o cattivi ma solamente diete equilibrate o squilibrate. Non bisogna credere che singoli ingredienti o bevande possano essere nemiche della linea“.
DIABESITÀ
Fra tre nuovi malati di diabete di tipo 2, due sono obesi. Chiara dimostrazione che più si è grassi più si entra nel tunnel del diabete. E il problema è che in pochi prendono provvedimenti: non ci si cura e si continua a mangiare troppo.
Il ministero della Salute fa abbastanza? Secondo Lucio Lucchin, presidente dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica sì, ma in modo troppo confusionale. “L’ultimo “Quaderni“, il numero 10 per la precisione, del Ministero della Salute dedicato all’obesità e al diabete è un’iniziativa lodevole, certamente una dimostrazione di impegno. Ma ci sono tante “dimenticanze” pesanti – lamenta Lucchin – come il ruolo dei Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica che possono vantare un’esperienza a tutto campo”. LE CIFRE (ISTAT)
Dal 1990 al 2009 gli uomini italiani con problemi di peso sono passati da 43 ogni cento a 56 ogni cento (al Sud, quasi 60); le donne in sovrappeso nel 1990 erano 28,7 su cento, 37 nel 2009 (al Sud quasi 43 su cento).
In dieci anni in quasi tutte le regioni, gli adulti obesi sono aumentati: solo in Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Trento e in Liguria la percentuale di obesi adulti ogni cento abitanti è rimasta invariata o calata di poco. La Valle d’Aosta ha conosciuto un aumento di obesi del 3,4%, ma la regione più grassa d’Italia rimane il Molise, con il 14,4% di persone obese ogni 100 abitanti con più di 18 anni. Seguita da Abruzzo, Emilia Romagna e Calabria, mentre nelle ultime tre posizioni ci sono la Toscana, la Liguria e il Trentino Alto Adige.
Nel 1998 gli italiani destinavano il 19,4% della spesa agli alimentari, nel 2008 il 18,9%. Si sono ridotti coloro che mangiano pane, pasta, riso e frutta tutti i giorni, si consumano meno salumi e meno latte, ma più uova, verdure e pesce. E se la prima colazione è finalmente diventata una buona abitudine per gran parte degli italiani, è il pranzo ad aver perso il ruolo di pasto principale, registrando un aumento (3 volte di più) di coloro che mangiano sul posto di lavoro davanti al computer. E noi sappiamo bene che mangiare un sandwich davanti al pc non solo espone a carenze nutrizionali, ma mette a rischio la linea.
Per noi il motto rimane uno solo: magiare sano e volersi bene!
Germana Carillo