L’educazione alimentare deve coinvolgere soprattutto i più piccoli, sempre più soggetti ad obesità a causa delle cattivi abitudini e del poco movimento.
Lo sanno bene Federalimentare e il ministero dell’Istruzione, che hanno siglato insieme, lo scorso aprile, il programma nazionale “Scuola e Cibo. Piani di educazione scolastica alimentare“.
E così, dal gennaio 2012 in tutte le scuole medie italiane verrà insegnata l’educazione alimentare, per rendere i bambini consapevoli dell’importanza di seguire corretti stili di vita, insegnando loro modi e tempi di assunzione dei cibi e la storia dei processi produttivi in campo agricolo e industriale.
Lo hanno annunciato venerdì scorso, 14 ottobre, a Milano, Filippo Ferrua, Presidente di Federalimentare e Riccardo Garosci, Presidente del Comitato MIUR, nel corso dell’incontro: “L’educazione alimentare nelle scuole. Il protocollo MIUR-Federalimentare e il programma Scuola e Cibo“.
Il programma, centralizzato e sistematico, non imporrà l’educazione alimentare come una materia a se stante, ma la introdurrà nel sistema di istruzione italiano, con l’approccio moderno e trasversale di una materia interdisciplinare.
Per esempio, nelle lezioni di scienze ci saranno approfondimenti mirati sulle caratteristiche degli alimenti, rispetto ai loro processi produttivi e qualità chimico-nutrizionali; in quelle di italiano, i focus sulle parole del cibo; la storia e la geografia potranno parlare dell”evoluzione dei modelli alimentari nei secoli o raccontare di territori e tipicità; per non parlare delle lezioni di lingue straniere e dell”attività motoria, che includerà anche laboratori e visite nelle realtà aziendali del territorio.
L’iniziativa coinvolgerà 77.000 classi scolastiche, ovvero circa 1 milione e 600 mila alunni, con le loro rispettive famiglie.
“Il programma Scuola e cibo – spiega Riccardo Garosci, presidente del comitato Miur – si estenderà progressivamente anche agli studenti delle scuole superiori, fino all’università per coprire l’intero ciclo educativo e formare le nuove generazioni anche in vista dell’Expo del 2015”. Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, spiega che “”non esistono alimenti buoni e cattivi, ma corrette modalità e frequenze di consumo, e l’Industria alimentare italiana, consapevole del proprio ruolo, da sempre collabora con le Istituzioni sui temi della formazione per incoraggiare l’adozione di stili di vita salutari, favoriti dalla diffusione dell’educazione alimentare. Infatti il sovrappeso non si combatte con il proibizionismo o con le tasse, ma con l’educazione alimentare e l’attività motoria, fin da bambini!”
E in questa direzione, spingendo l’acceleratore sull’educazione alimentare, nasce anche “Buon appetito-L’alimentazione in tutti i sensi” una divertente mostra interattiva sul cibo pensata per i ragazzi, in scena, dopo i successi esteri, anche in Italia, al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, che ospita l’evento dal 18 ottobre al 24 giugno 2012.
Dal frigorifero parlante, che spiega come leggere le etichette, agli schermi touch screen per comporre la sequenza di cibo quotidiano e ricevere in tempo reale consigli su errori ed eccessi, l’esposizione è un mix di giochi divertenti e intuitivi e di consigli pratici per i giovani che la visitano.
Perché l’approccio corretto al cibo e le regole basiche per una corretta alimentazione, come non saltare la colazione o variare le pietanza consumate, come consiglia il nostro Ministro Fazio, vanno insegnati il prima possibile, e questi due progetti, anche se diversi tra loro, sono sicuramente il modo giusto per incominciare a farlo.
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Roberta Ragni