Gli ammalati del Bel Paese non sono tutti uguali. Così, a seconda che si risieda in una Regione o nell’altra, i ticket sia per le visite specialistiche che per i farmaci variano sostanzialmente.
Perché la manovra Tremonti, ridando vita a una disposizione del 2006, ha reintrodotto la quota fissa di 10 euro sulle ricette per le visite specialistiche e per gli esami, che poi ogni Regione ha rimodulato a modo proprio, mentre per i ticket farmaceutici, fin dal 2001, esiste la possibilità di introdurli per coprire disavanzi di gestione.
Ma la disinformazione regna sovrana, così i pazienti non sanno più cosa e quanto pagare. Né a chi rivolgersi. Insomma è una vera giungla. Se alcune Regioni si avvalgono di questa facoltà da anni, altre hanno cominciato a farlo da fine estate, come l’Emilia Romagna, e altra ancora, come Liguria e Puglia, pur non avendo mutato i ticket, hanno diminuito il numero degli aventi diritto all’esenzione.
“Imporre ticket sui medicinali è il modo più rapido e semplice per fare cassa, ma non va certo a favore dei cittadini” commenta Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato. E la varietà di situazioni, legata alla regionalizzazione delle decisioni, porta anche a situazioni paradossali, che rischiano di favorire la ‘fugà di pazienti da una Regione all’altra. “Proprio una collega del Tribunale per i diritti del malato ha dovuto trasferirsi da un Regione a un’altra per poter ottenere in quantità non limitate, ma adeguate ai sui reali bisogni, i (costosi) farmaci che le servivano per curare una grave patologia“, spiega la Moccia.
E poi esisterebbe “povero” e “povero”, perché, una volta capito se si ha diritto all’esenzione o meno, anche la soglia di “povertà”, in Italia, varia in base alla Regione di appartenenza: in Sicilia sono totalmente esenti dal pagamento per il ticket farmaceutico le persone con reddito familiare inferiore ai 9 mila euro annui, in Veneto quelle sotto i 12 mila euro, in altre Regioni la soglia si sposta a 36 mila euro, come in Emilia Romagna.
“Invece di insistere sui farmaci si potrebbero trovare altre soluzioni per risparmiare, per esempio bandi trasparenti pubblicati on line per gli appalti relativi alle apparecchiature negli ospedali – sottolinea Alessandro Cossu, di Cittadinanzattiva – o una revisione dei massimali previsti per i medici di famiglia: un medico un po’ meno trafelato potrebbe magari ascoltare di più il paziente ed evitare di prescrivergli un medicinale solo per farlo andar via contento“.
Ma dal Ministero non hanno dubbi: le misure intraprese sono efficaci e necessarie. Sarà…Intanto, le Regioni che continuano a non avere ticket sui farmaci sono Friuli Venezia Giulia, Trento, Valle d’Aosta, Sardegna e Marche. Nel caso in cui pensiate di trasferirvi sarà il caso di prendere in considerazione anche questo!
Roberta Ragni