Il Department of Public Health della Oxford University da anni cerca di scoprire i legami fra le condizioni del concepimento, come la dieta dei genitori e gli stili di vita, e la gravidanza e lo sviluppo del feto.
La Dottoressa Cecilia Pyper, a capo del gruppo di ricerca, ha dichiarato che una donna stressata ha meno possibilità di rimanere in cinta. Nulla di nuovo, potrebbe dire qualcuno: è cosa ben nota che più una coppia cerca di avere un figlio, più lo stress provato impedisce il concepimento. E quando si smette di cercare, ecco che finalmente arriva!
Ma la Dottoressa Pyper si spinge oltre, affermando che le donne che in gravidanza soffrono di stress a lungo termine hanno maggiori probabilità di partorire della bambine. Lo stress preconcezionale può essere determinante sul sesso del feto.
Questa ipotesi necessita, però, di ulteriori approfondimenti e verifiche. Per la ricerca, sono state coinvolte 338 donne inglesi che stavano cercando di restare incinta. Tutti i giorni dovevano tenere sotto controllo il loro stile di vita e la loro attività sessuale. All’inizio del programma, e poi fino al concepimento, sono stati misurati i livelli dell’enzima alfa-amilasi e dell’ormone cortisolo.
Il cortisolo è legato allo stress a lungo termine, mentre i livelli di alfa-amilasi possono innalzarsi per un improvviso rilascio di adrenalina. Attenti dunque agli scherzi e agli spaventi improvvisi!
Dopo nove mesi… Le donne con un livello di cortisolo medio-alto aveva dato alla luce una femminuccia (le percentuali variano dal 70% al 75% circa).
Se dunque il cortisolo potrebbe influire sul sesso del nascituro, le difficoltà a rimanere incinta potrebbero dipendere dall’ alfa-amilasi: questa situazione si è verificata nelle donne con livelli alti di questo enzima.
Silvia Bellucci