Il recente studio Istat dal titolo “La conciliazione tra lavoro e famiglia” evidenzia il ritardo italiano rispetto alle politiche di genere: tante, troppe donne, secondo le rilevazioni dell’istituto di ricerca, si trovano ancora ad abbandonare il lavoro per scegliere, spesso loro malgrado, di dedicarsi solo e completamente ai figli piccoli.
Il grande “gap” è quello tra il Settentrione, con il 68, 8% di madri occupate e il Meridione che vede le donne mamme-lavoratrici solo al 34,6%.
La mancanza di servizi per l’infanzia adeguati risulta essere il motivo per il quale le donne sono costrette ad abbandonare il lavoro alla nascita di un figlio. Quelle che hanno la fortuna di poter utilizzare il congedo parentale lo fanno (35,7% delle mamme occupate) mentre solo il 6,9% dei padri opta per questa soluzione. La soluzione migliore per le donne sembra essere il part-time: il 69, 2% delle donne occupate a tempo parziale si dichiara soddisfatto della propria organizzazione dei tempi e non la cambierebbe contro il 57% di chi è impiegata a tempo pieno.
In realtà, il cosiddetto “lavoro di cura” è ancora, purtroppo, una questione meramente femminile. Lo dimostra il fatto che proprio molte donne impiegate part-time (il 15,6%) affermano che non potrebbero dedicare più tempo al lavoro perché già riescono a stento a portare avanti il carico familiare. Il 30,8% di loro, infatti, ri-organizzerebbe volentieri il tempo per far fronte a tutte le responsabilità della casa.
Sara Tagliente