Chi l’avrebbe mai detto che in tema di salute sono più lamentose le donne rispetto agli uomini?
Lo rivela una ricerca dell’Agéncia de Salud Pùblica di Barcellona che ha preso in considerazione 29 mila volontari di entrambi i sessi, ai quali ha rivolto delle domande dirette ad accertare la percezione del loro stato di salute.
Agli intervistati infatti – metà dei quali tra i 16 e i 24 anni e metà più anziani – è stato chiesto di definire il proprio stato di salute degli ultimi 12 mesi, assegnando un giudizio che andava da molto buono a molto scarso, passando per buono, discreto e scarso.
Il risultato?
Le donne nel 38,8% dei casi percepivano di essere in un cattivo stato di salute, contro il 27% dei maschi.
Il gentile sesso dunque risulta essere maggiormente insoddisfatto delle proprie condizioni, più focalizzato sui sintomi del proprio corpo e molto più interessato da patologie di tipo cronico.
Secondo i ricercatori spagnoli è proprio il dolore cronico la causa di tale squilibrio di salute. Il 25,7% delle donne infatti si dichiarava familiare a disturbi cronicizzati, contro il 19,3% degli uomini.
Ma anche altri fattori hanno un ruolo decisivo nel determinare tale risultato. La limitata partecipazione delle signore agli studi clinici sui nuovi farmaci e la maggiore longevità femminile sono ulteriori spiegazioni di condizioni più precarie.
E se tale risultato fosse dovuto ad una diversità nell’atteggiamento e nella percezione (a parità di condizioni) tra i due generi?
Secondo la sociologa dell’Università Britannica di Leicester, Ellen Annandale, la risposta è assolutamente negativa.
La differenza dei due sessi non ha nulla a che vedere con un’esagerazione nell’atteggiamento o contrariamente con una minimizzazione della questione.
Le donne si sentono più fragili perché più soggette a disturbi cronici – sono cinque in particolare i più diffusi: artrite, disordini mentali, mal di testa, dolori cervicali e lombalgie – e perché hanno una qualità di vita peggiore.
Ma a renderle più provate non sarà mica il fatto che, oltre al lavoro, devono occuparsi della casa e della cura dei figli?