Uno studio condotto all’Università di Turku in Finlandia pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry, ha evidenziato quanto bullismo e ansia siano correlati: non solo le vittime dei bulli, ma i bulli stessi rischiano di soffrire di depressione nel corso della loro vita.
I ricercatori hanno seguito 5000 ragazzi e hanno osservato come i ragazzi vittime di atti di bullismo hanno maggiori probabilità di sviluppare problemi psichiatrici dopo i 20 anni; anche i bulli, soprattutto maschi, tendono a soffrire di disturbi della personalità. Gli studiosi hanno seguito 5038 ragazzi dall’età di 8 anni fino ai 24; fra i maschietti il 6% compie regolarmente atti di bullismo nei confronti dei coetanei e il 3% è sia vittima che carnefice; fra le ragazze questa percentuale si riduce all’1%.
Tutti sappiamo bene di cosa si sta parlando perché in tutte le scuole c’è sempre chi prevarica e chi subisce. Se le intenzioni del bullo sono inizialmente dettate da scopi iniziatori, quasi da subito diventano profondamente distruttivi verso la vittima e il gruppo perseguitato se questo è debole e insicuro, cosa su cui appunto gioca il bullo che non può certo prendersela con chi è, apparentemente, forte come lui. Sarebbe troppo difficile no?!
Ma cosa comporta essere vittime dei bulli? I danni maggiori sono legati alla salute, al ruolo sociale ed all’identità personale: ciò che ne risente maggiormente sono i rapporti interpersonali. La forte pressione psicologica che caratterizza le azioni dei bulli, porta alla comparsa di una serie di alterazioni del benessere complessivo che interessano l’equilibrio emotivo nel privato e nei rapporti personali esterni, l’equilibrio psico-fisiologico e il comportamento concreto del perseguitato. La vittima, nel tempo, arriva a sviluppare diverse patologie anche d’interesse psichiatrico; in alcuni casi presenta una lunga serie di disturbi, somatizzazioni e vere e proprie malattie che non cessano neppure, nei casi più gravi, con l’immediato venir meno della condotta persecutoria.
Oltre ai danni psicologici, possono anche presentarsi sintomi di natura prevalentemente fisica o psicosomatica – annebbiamento temporaneo della vista, congiuntiviti; eruzioni cutanee varie come dermatosi, psoriasi, eritemi, allergie, vertigini, gastriti. Ma le conseguenze più gravi si possono avere a livello psichico: disturbi d’ansia – attacchi di panico, fobie; disturbi dell’umore – irritabilità e reazioni aggressive; disturbi della concentrazione e del pensiero – pensiero ossessivo; disturbi alimentari e alterazione della personalità; modificazioni relazionali in famiglia, col partner, sul lavoro e nella società.
In altre parole, il quadro che si prospetta in una situazione conflittuale che va avanti da diverso tempo è quello di un individuo che anche nel suo tempo libero, avrà la mente comunque impegnata a pensare quali tipi di angherie dovrà sopportare la volta successiva che si recherà a scuola (o al lavoro – non dimentichiamoci infatti che i bulli cresciuti non sono altro che coloro che praticano il fantomatico mobbing) e il malessere sarà diventato talmente pervasivo da non lasciare spazio ad altro. Questo, ovvio, nei i casi limite.
Ma il bullismo è solo uno dei fattori che possono incidere sulla crescita personale del ragazzo, quindi, non occorre certo disperare! Come ogni problema ha una soluzione.
Dal momento che il suolo scolastico è quello più fertile e adatto a questo tipo di fenomeno, è ovvia l’importanza che le istituzioni scolastiche devono o dovrebbero avere nell’arginarne non solo i fenomeni ma anche le deleterie conseguenze. Ma dove si può lavorare maggiormente è all’interno del nucleo familiare: i genitori in primis dovrebbero contribuire a far crescere e a maturare quell’autostima e quell’amor proprio che ognuno dovrebbe avere in sé per riuscire a superare qualsiasi angheria e qualsiasi avversione esterna. Quindi un buon dialogo coi propri figli o con i propri alunni è sicuramente il primo passo verso l’amore di se stessi e verso la capacità di superare ogni cosa, perché, anche se si cade in basso, tutti devono sapere che si può sempre rimettersi in piedi, basta aver la forza di farlo!
E se qualcuno è in difficoltà, basta saperlo aiutare nel modo giusto. E se non ce la fa da solo, ricorrere a uno specialista non poi una cosa così vergognosa, anzi! E una volta ritrovata o trovata finalmente quella voglia di essere se stessi che forse nessuno ci hai mai insegnato ad avere, la vita avrà davvero un sapore nuovo. Quindi bulli attenti, potrebbe addirittura capitare che la vittima trovi la forza di ribellarsi e di diventare il vostro carnefice!
Valentina Nizardo