A 50 anni suonati, come funzioni la pillola anticoncezionale ancora in poche lo sanno.
Se ad usarla sono in tutta Europa 100 milioni di donne, a conoscere il farmaco sono solo il 2%, tanto che 3 intervistate su 4 dichiarano di voler ricevere maggiori informazioni in merito.
La ricerca è stata fatta in Germania, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Romania e pubblicata sulla rivista Contraception.
Secondo il professor Francesco Primiero dell’Università La Sapienza di Roma, “questi dati spiegano chiaramente come mai resistano tuttora tanti pregiudizi e luoghi comuni su questo metodo“. Il timore più comune? La convinzione che la pillola possa far male alla salute, quando, invece, più ricerche evidenziano l’esatto contrario: “l’aggiornamento dei dati relativi alla mortalità tra le oltre 46.000 donne seguite per poco meno di 40 anni ha dimostrato come, nel lungo termine, quelle che hanno fatto uso di contraccettivi orali vivano più a lungo“.
Senza contare poi tutti i benefici legati al controllo delle mestruazioni abbondanti, alla sindrome premestruale, all’acne.
E la pillola del futuro come sarà? “La ricerca si concentrerà non solo su molecole innovative ma anche sulle migliori combinazioni e sul periodo di somministrazione“, dichiara Premiero, “e per ridurre il più possibile le fluttuazioni ormonali recentemente sono state introdotte formulazioni a 24 giorni (più 4 compresse placebo) o a 26 (più 2 placebo) ma la nuova frontiera sarà l’assunzione continua con un regime flessibile, che permetterà alla donna di gestire il timing della pseudo-mestruazione“.
Germana Carillo