Se la madre soffre di emicranie, suo figlio corre il doppio dei rischi di soffrire a sua volta di coliche. È quanto emerge da uno studio di alcuni neurologi della University of California di San Francisco (UCSF), che fa intravedere la possibilità di interpretare la colica come un sintomo precoce di emicrania e, di conseguenza, la speranza di ridurre i fattori di rischio.
Le coliche sono state da sempre associate a problemi gastrointestinali (anche se mai nessuna ricerca l’avrebbe fornito come dato certo), ma ora la loro osservazione apre la strada verso lo studio della cosiddetta “sindrome del bambino scosso”, che può portare a danni cerebrali, gravi disabilità e morte.
“Se riusciamo a capire la causa del pianto dei bambini, potremmo essere in grado di proteggerli da questo esito molto pericoloso“, afferma Amy Gelfand, neurologo pediatrico presso il Centro Cefalee della UCSF.
Il team americano ha esaminato 154 mamme e Gelfand e i suoi colleghi ritengono che i bambini con coliche possono essere più sensibili agli stimoli del loro ambiente così come lo sono coloro che soffrono di emicrania. “Essi possono avere più difficoltà nell’affrontare nuovi stimoli dopo la nascita”, ha concluso Gelfand.
I risultati della ricerca verranno presentati al 64esimo Meeting della A merican Academy Neurology, in programma il prossimo aprile a New Orleans.