Chiamatela violenza domestica, abuso sessuale, stupro, stalking, tratta, prostituzione forzata o infibulazione.
Tanti termini diversi per definire un unico aberrante fenomeno, una strage silenziosa che colpisce le donne, vittime degli uomini che hanno accanto. A milioni vengono picchiate, aggredite, stuprate, mutilate, assassinate, private del diritto all’esistenza stessa semplicemente per il fatto di essere donne.
Se si leggono i dati che riguardano l’Italia, le cifre sono da brivido: nel Bel Paese una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata colpita nella sua vita dell’aggressività di un uomo e nel 63% dei casi, alla violenza hanno assistito i figli. Sono poi ben 7 milioni le donne vittime di violenza, perlopiù giovani tra i 16 e i 24 anni, mentre ogni anno ne vengono uccise in media 100. Solo nel 2011, il 90% delle violenze sessuali, l’81% dei maltrattamenti in famiglia, il 58% della prostituzione minorile, il 30% degli omicidi volontari hanno riguardato le donne. Tanta, troppa violenza, che nella maggior parte dei casi non viene neppure denunciata: è ben il 96% delle donne a non parlare con nessuno delle violenze subite.
Per riflettere su questi temi è nata “Mai per amore“, una coproduzione Rai Fiction – Ciao Ragazzi di 4 film d’attualità, di cui il primo, dal titolo “Troppo amore”, è andato in onda martedì 27 Marzo su RaiUno, raccontando la storia di Livia, una giovane ragazza come tante di 28 anni, e di Umberto, un uomo di 40 anni, suo grande amore che trasformerà ben presto la relazione in un rapporto eccessivo, totale, ossessivo. È così che, piano piano, Umberto si impadronisce della vita di Livia e della sua anima, fino al punto di distruggere letteralmente la sua esistenza.
Perché, come si legge sul sito di Amnesty International, che ha intrapreso la campagna contro la violenza sulle donne sin dal 2004, “la violenza sulle donne è uno scandalo per i diritti umani“, ma “in molte società questo problema si scontra con la mancanza di interesse, il silenzio e l’apatia dei governi“. Ecco perché bisogna parlare delle diverse violazioni dei diritti delle donne, dalla violenza domestica alla tratta, dagli stupri durante i conflitti alle mutilazioni genitali. Ecco perché bisogna iniziare a combatterle e arrivare a sconfiggerle.
Il ministero dell’Interno ha istituito dal 2011 un comitato a garanzia delle pari opportunità, della valorizzazione del benessere dei lavoratori e contro le discriminazioni a sostituzione del comitato di parità (CUG), mentre il Dipartimento di Pubblica sicurezza, ed in particolare la Direzione Centrale Polizia Anticrimine, combatte lo stalking, riconosciuto finalmente come reato (atti persecutori) nel febbraio del 2009 attraverso un decreto legge a firma del Ministro dell’Interno e del Ministro per le pari opportunità (legge 38/2009).
E c’è anche il numero verde 1522, creato nel 2006, grazie al coinvolgimento diretto del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per rispondere alle denunce di violenza domestica: oggi è in grado non solo di offrire ascolto ed informazioni utili, ma in casi di emergenza, prevede l’intervento diretto e immediato delle forze di polizia.
Affrontare le situazioni di violenza è estremamente complesso, ma uscirne vincenti si può. Perché l’ossessione, il controllo, la persecuzione non sono mai amore.
Roberta Ragni