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Lavanda e ginkgo biloba: rimedi naturali contro il mal di testa

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Trattare il mal di testa con le erbe si può, così come alcune di esse possono addirittura scatenarlo.

Secondo uno studio pubblicato su Brain condotto da un gruppo internazionale di ricercatori americani, belgi, brasiliani, inglesi e italiani diretti da Pierangelo Geppetti dell’Università di Firenze, per esempio, la Umbellularia californica non a caso è chiamata da sempre “la pianta del mal di testa”. Questa pianta, infatti, produrrebbe una sostanza volatile, cosiddetta “umbellone”, in grado di agire sul CGRP, il calcitonine gene related peptide. Si tratta di un peptide, tra i dei più potenti vasodilatatori del nostro organismo, che con i suoi recettori si trova in molte aree cerebrali importanti per la trasmissione degli impulsi del dolore. E questo è confermato dal fatto che durante un attacco di emicrania livelli di CGRP nel sangue aumentano infatti rapidamente.

Inoltre, ora si è scoperto che a provocare il rilascio del CGRP è l’attivazione di determinati recettori, i TRPA1 – che si trovano nella zona nervosa che gestisce dolore e sensazione termica – provocata proprio dal profumo all’umbellone.

I RIMEDI NATURALI

Un’altra ricerca, questa volta pubblicata sull’European Neurology, sostiene che potrebbe essere l’olio essenziale di lavanda a salvarci dalle emicranie. La ricerca, condotta dagli studiosi tedeschi dell’Università di Monaco e iraniani dell’Università di Mashhad, dimostra come l’essenza di lavanda possegga proprietà antiemicraniche con un effetto superiore al 71,3%: su 129 pazienti che l’hanno inalata per quindici minuti, 92 hanno risposto del tutto o in parte al trattamento, mentre tra i 68 che inalavano paraffina usata come confronto di controllo solo in 32 hanno presentato un effetto placebo.

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Altro segreto si cela nel ginkgo biloba, una pianta già nota per le sue proprietà antinfiammatorie.

In una indagine resa pubblica su Neurological Sciences, i ricercatori della Seconda Università di Napoli sostengono l’efficacia dell’estratto ginkgolide B nell’emicrania con aura nei bambini. Il ginkgolide agirebbe su due punti: innanzitutto, sarebbe in grado di controllare le crisi di mal di testa agendo sul fattore di attivazione piastrinica (in sigla PAF) che interviene nella cascata di eventi che portano all’eccitazione dei neuroni del sistema trigeminale, e che causa l’emicrania. In più, il ginkgolide agisce sul glutammato, un neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale che causa la “spreading depression”, ossia l’onda di depolarizzazione elettrica che attraversa il cervello quando arriva l’attacco di emicrania.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania