C’è chi non lo sopporta, chi lo ritiene davvero irrinunciabile e chi vive in un Paese dove rappresenta addirittura una vera e propria istituzione: è il riposino pomeridiano.
Ma attenzione, cedere alle tentazioni di Morfeo nel primo pomeriggio potrebbe essere veramente una pessima idea, come rivela uno studio inglese dell’università di Reading presentato durante il Congresso Europeo di Arteriosclerosi. La “siesta” fa male alle arterie, alzando i livelli di trigliceridi fino a triplicarli.
Un’ora, un’ora e mezza dopo il pranzo, infatti, insorge un picco di trigliceridi che può variare dal +30% al +300% rispetto ai livelli a digiuno, a seconda della capacità individuale di assorbimento lipidico.
“Il problema – precisa Alberico Catapano, presidente eletto della Società europea per lo studio dell’aterosclerosi (Eas), – è che si accumulano lipoproteine che riducono la funzione dell’endotelio”, cioè la parete che riveste internamente i vasi sanguigni e che svolge un ruolo chiave nel mantenere le arterie elastiche e sane. “Diventa quindi più facile che si creino zone ischemiche”, avverte l’esperto.
Inoltre, insieme ai trigliceridi, aumenta anche l’insulina e si rischia di sviluppare una situazione di resistenza insulinica di pre-diabete.
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L’abitudine a dormire quell’oretta dopo pranzo, quindi, di certo non contribuisce a eliminare gli acidi grassi, anzi, li fa “ristagnare“. Ma un modo per fermare tutto ciò e salvaguardare la salute delle nostre arterie c’è, ed è lo sport.
Lo studio ha infatti dimostrato che dopo pranzo, praticando appena 30 minuti di attività aerobica, il livello di trigliceridi si riduce dell’8% e quello dell’insulina del 14%. Una diminuzione che sale al 30% con un esercizio di resistenza, sempre di tipo aerobico. Un beneficio vale, a maggior ragione, per gli individui obesi o sovrappeso.
Meglio allora una camminata a passo spedito o una corsetta continua, piuttosto che un riposino sul divano, appena finito di mangiare.