Un ricercatore e la sua ricerca: che bello raccontare dove andrà il futuro in termini di cura per malattie che oggi non sono ancora sconfitte.
È come intuire quello che verrà dopo, avere la speranza di vederlo: questa tensione verso il futuro è probabilmente quello che provano anche i ricercatori quando scoprono delle cose importanti. E sappiamo bene che ci sono molti talenti italiani impegnati su questo fronte. Come Marco Sandri, ricercatore Telethon che dirige i suoi studi verso i sistemi di pulizia interni delle cellule.
Il primo ‘fronte’ è quello, molto interessante, dell’autofagia. In condizioni di stress o aumentato fabbisogno energetico, il nostro organismo, attraverso le cellule, ‘mangia’ strutture o proteine danneggiate e le ricicla per ottenere sostanze nutritive. Sandri ha studiato l’autofagia in rapporto a malattie come la distrofia e l’atrofia ma non è detto che le sue ricerche non possano trovare un’applicazione futura nella cura delle malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer. Senza un meccanismo come questo, un invecchiamento precoce dei muscoli è inevitabile. Ecco perché la pratica del digiuno che istigherebbe le cellule all’autofagia, potrebbe essere riscoperta e rivalutata come una sana abitudine da seguire regolarmente.
Il secondo ‘fronte’ è legato alle malattie cardiovascolari. Una recente scoperta- che è stata insignita del premio Nobel- ha dimostrato che le cellule sono dotate di una sorta di cilindro che raccoglie le proteine vecchie e danneggiate. È un meccanismo, questo, molto delicato che, se viene ostacolato o rallentato, produce proteine ‘da macero’ che non vengono smaltite ma si accumulano in sacche ostruendo l’attività cardiovascolare. Di qui la spiegazione per la morte improvvisa di alcuni atleti e l’origine di alcune malattie rare. In effetti, gli studi di Sandri e di molti altri ricercatori dimostrano che anche finanziando progetti di ricerca sulle malattie rare, in realtà, si fa molto anche per quelle comuni e, anzi, si riesce a scoprire nuove frontiere per la cura e la diagnosi.
Sara Tagliente