Quando si decide di fare una dieta, si sa, la tentazione del “fai da te” è sempre in agguato, con il rischio di adottare delle strategie che solo illusoriamente possono garantire risultati: c’è chi ha provato la dieta del minestrone, quella dell’uva e chi, sperando di dimagrire in maniera più rapida, ha optato per il digiuno quasi totale. Se stare attenti all’alimentazione, e farlo in maniera equilibrata, è difficile per gli adulti, per i giovanissimi si può rivelare un compito veramente impegnativo. Ma spesso necessario. Nel nostro Paese il 10,5% delle ragazze ed il 17,3% dei ragazzi tra i 14 ed i 17 anni sono in sovrappeso. Come possono gli adolescenti tornare in forma senza alterare con diete squilibrate l’apporto nutrizionale necessario al loro sviluppo?
È ciò che hanno voluto studiare i ricercatori americani delle Università di San Diego e Minneapolis, i quali hanno svolto una ricerca prendendo in esame 130 ragazzi, dell’età media di 15 anni, che avevano fatto diete per la perdita di peso, 62 di loro con buoni risultati, gli altri 68, invece, senza riuscire nel proprio intento. Agli adolescenti sono stati sottoposti questionari nei quali si chiedeva loro di descrivere le strategie adottate per dimagrire; tali comportamenti rientravano in alcune precise categorie: comportamenti salutari, non salutari (fumo, utilizzo di diuretici e lassativi), estremi (diete drastiche).
Lo studio, pubblicato sul Journal of the American Dietetic Association, ha dimostrato come i ragazzi che erano riusciti a dimagrire realmente fossero quelli che avevano fatto ricorso a regimi dietetici salutari, riducendo, ad esempio, il consumo di bevande gassate, aumentando il consumo di proteine, intensificando l’attività fisica, diminuendo il numero delle ore trascorse davanti alla tv e pesandosi con regolarità. Fallimenti erano invece stati riscontati da quegli adolescenti che avevano fatto ricorso all’uso di lassativi e diuretici e si erano alimentati in maniera squilibrata, privandosi del necessario apporto calorico giornaliero. Fanno riflettere i dati sul numero delle ore trascorse davanti la tv: 15 a settimana per i ragazzi che erano riusciti a dimagrire, 19 per l’altro gruppo.
«Il sovrappeso e l’obesità nei bambini e negli adolescenti sono problematiche importanti e da affrontare con competenza. Secondo il dottor Paolo Lionetti, pediatra nutrizionista dell’ Ospedale Meyer di Firenze e direttore del corso di laurea di Dietistica dell’Università di Firenze, le patologie legate al sovrappeso e all’obesità, come il diabete di tipo II, la steatoepatite non alcolica, la sindrome metabolica e le malattie cardiovascolari che un tempo interessavano l’ adulto, oggi colpiscono anche i ragazzi. È necessario quindi, prima di tutto agire sulla prevenzione, incoraggiando i bambini alla pratica dell’attività sportiva, che agevola anche la socializzazione con i coetanei ed offrendo loro un sano regime alimentare. Uno comportamento equilibrato, nell’alimentazione e nello stile generale di vita, dovrebbe essere adottato dall’intero nucleo familiare.
Il pasto da rivalutare è la prima colazione, che deve essere ricca e consumata con calma; durante la giornata si dovrebbe cercare di evitare il consumo di cibo spazzatura: crampi di fame? È meglio mordere una mela che sgranocchiare patatine! Ed ai pasti principali lasciare spazio ad un bilanciamento tra carboidrati e proteine, scegliendo acqua e bevande naturali al posto delle bibite gassate.
Il problema dell’obesità adolescenziale non si riduce ad un solo fatto estetico o di salute fisica, ma investe, in maniera preponderante, la sfera psicologica. L’adolescenza è un periodo delicato per le trasformazioni fisiche in atto e può accadere, in questa fase, di non riconoscersi nel proprio corpo, o di sentirsi goffi, a disagio. A questo punto può inserirsi la dinamica del rapporto con il cibo, che non ha soltanto una funzione nutritiva, ma può essere considerato come compensazione di un affetto non ricevuto, come valvola di sfogo per non avvertire uno stato di malessere. Mangio per consolarmi, mangio per riempire un vuoto, per colmare una mancanza. Ma il vuoto dentro resta, ed il corpo aumenta di peso e di volume. Diventa così spesso, soprattutto per le ragazze, uno scudo dietro cui nascondersi. Il grasso protegge dall’esterno ed in qualche modo offre una spiegazione al proprio isolamento “Non mi accettano perché sono enorme”.
Per questo motivo sarebbe utile, quando se ne riconosce la necessità, offrire ad un adolescente a dieta anche un supporto psicologico, per aiutarlo a ristabilire un rapporto sano ed equilibrato con il cibo e a crescere con una sana stima di sé, come persona, indipendentemente dal peso corporeo.
Francesca Di Giorgio