Dare una voce al silenzio di chi non può più parlare. È quello che riesce a fare un dispositivo, realizzato dai ricercatori della Maastricht University nei Paesi Bassi, in grado di dar forma ai pensieri di chi si trova in uno stato vegetativo o è affetto da paralisi.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Current Biology, si basa sulla risonanza magnetica funzionale, abbreviata RMF o fMRI (Functional Magnetic Resonance Imaging), una tecnica di imaging biomedico che consiste nell’uso dell’imaging a risonanza magnetica per valutare la funzionalità di un organo o un apparato, in maniera complementare all’imaging morfologico.
L’idea dei ricercatori è quella di consentire a persone in stato vegetativo di rispondere con un sì o con un no alle domande che vengono loro poste. “Questa non è la lettura del pensiero. Tutto è sotto il controllo della persona, quindi è più simile a una macchina da scrivere per il cervello“, spiega Bettina Sorger, principale autrice dello studio.
Negli esperimenti, i volontari hanno infatti usato il loro cervello per fornire segnali che sono stati tradotti in lettere con degli scanner e, infine, in messaggi interi.
Mentre i volontari svolgevano 27 diversi compiti mentali, ciascuno collegato a una lettera dell’alfabeto o alla barra spaziatrice, il dispositivo misurava il flusso sanguigno in alcune zone ben precise del cervello corrispondenti a questi compiti, determinando il carattere che avevano scelto.
Certo, per completare tutta l’operazione è necessaria un’ora, ma, come spiega l’autrice, “per i pazienti il tempo non è la questione più urgente rispetto all’essere in grado di comunicare. La scoperta potrebbe fare la differenza per coloro che sono paralizzati e incapaci di usare mezzi di comunicazione alternativa“.
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Roberta Ragni