Quando parliamo di cheratosi parliamo sostanzialmente di una alterazione della pelle. Esistono diversi tipi di cheratosi, e va detto che questa alterazione è molto diffusa, e interessa una fascia di popolazione piuttosto cospicua. Cerchiamo allora di approfondire subito.
Nello specifico, la cheratosi attinica (uno dei tre tipi di cheratosi, come vedremo in seguito) è diffusa tra le persone che vivono nei pressi dell’Equatore. Ci riferiamo ai caucasici, ovvero alle persone di carnagione chiara. Nelle persone giovani, in una età compresa tra i 20 e i 29 anni, il fenomeno interessa il 10% della popolazione. Quando si arriva tra i 60 e i 69 anni, l’incidenza arriva fino all’80%.
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Che cos’è la cheratosi della pelle?
Cerchiamo allora di capire più nel dettaglio cos’è la cheratosi. Si tratta appunto di una alterazione della cute, e specifichiamo che questa alterazione riguarda, lo strato più esterno della epidermide, che in termini scientifici prende il nome di strato corneo.
La cheratosi può quindi definirsi come la crescita eccessiva proprio dello strato corneo della nostra pelle, indipendentemente dai diversi tipi di cheratosi, come vedremo fra poco. Possiamo comunque indicare dei tipi piuttosto diffusi, e in ogni caso innocui, di cheratosi: le verruche e i calli.
Quanti tipi di cheratosi ci sono, e quali sintomi presentano?
Ci sono diversi tipi di cheratosi. Iniziamo con le cheratosi attiniche, o cheratosi solare. Capiamo di avere questo tipo specifico di cheratosi perché possiamo osservare delle squame arrossate, nella zona interessate. A volte al posto di essere arrossate, le squame possono presentarsi di colore tendente al giallo.
È poi la volta della cosiddetta cheratosi seborroica. Si tratta a tutti gli effetti di un tumore benigno della pelle, e si caratterizza per delle piccole macchie di colore nero, o bruno; anche se inizialmente sono di colore giallo e restano comunque in rilievo. Si sviluppano principalmente sulla schiena, sulle spalle e sul torace. È frequente che la zona di pelle colpita dalla cheratosi seborroica si stacchi da sola.
In terza battuta, arriviamo alla cheratosi pilare. In questo caso possiamo osservare proprio sull’apertura dei bulbi piliferi una porzione di epidermide più scura che prende la forma di granuli ruvidi, che sentiamo al tocco con le dita.
Un’ulteriore specifica prima di occuparci della cura per la cheratosi: il nome di questa malattia deriva dal termine cheratina, e la cheratina è un tipo di proteina che si trova appunto sullo strato più esterno della cute.
Come si cura la cheratosi
Abbiamo a nostra disposizione diversi tipi di intervento per curare la cheratosi, a seconda anche del tipo di cheratosi di cui soffriamo.
Per quanto riguarda la cheratosi attinica, non è infrequente la scomparsa e la completa guarigione, senza alcun tipo di intervento da parte nostra. Il problema però è che questo tipo di cheratosi tende a ripresentarsi. In questo caso si parla di recidiva, e sarebbe il caso di intervenire.
Sarebbe opportuno intervenire con una rimozione delle squame attraverso la raschiatura o adottando la crioterapia. In questo secondo tipo di intervento viene applicato sulla zona che presenta le squame dell’azoto liquido, oppure anidride carbonica. Ci sono anche farmaci, in gel o crema, da applicare sulla zona. I loro princìpi attivi hanno il nome di imiquimod, o diclofenac.
La cheratosi seborroica è una condizione con la quale possiamo convivere. Alcune persone desiderano, legittimamente, eliminare quelli che considerano inestetismi. In questo caso si può intervenire con il laser, la raschiatura, la terapia del freddo.
Per quanto riguarda la cheratosi pilare, anche in questo caso possiamo assistere ad una scomparsa spontanea, che non richiede alcun intervento da parte nostra. Ma se vogliamo intervenire, abbiamo un’ampia scelta.
I saponi abrasivi, l’applicazione di acido lattico sulla zona da trattare, prodotti idratanti, gel che contengano acido salicilico al 5% – 6%. Tutti questi sono espedienti che permettono di ridurre o eliminare del tutto gli inestetismi causati dalla cheratosi pilare.
Perché soffriamo di cheratosi?
Le cause della cheratosi non sono sempre le stesse. Nel caso della cheratosi attinica il fattore di rischio più importante, se non esclusivo, è l’esposizione ai raggi del sole, e più in generale ai raggi ultravioletti. Anche l’abbronzatura artificiale è un fattore di rischio.
Non aiuta, poi, l’avere un sistema immunitario che sia debilitato per le ragioni più diverse: anche solo lo stress, oppure un trattamento medico pesante come può essere una chemioterapia.
La cheratosi seborroica sembra invece essere più misteriosa in merito alla sua origine. Gli unici fattori di rischio identificabili risultano essere l’avere più di 40 anni e storia familiare che abbia già visto il manifestarsi di questo tipo di cheratosi.
Stesso discorso, infine, per la cheratosi pilare: ne ignoriamo le cause, anche se questa cheratosi è stata inserita tra le malattie genetiche. Il fatto interessante è che, a differenza della cheratosi attinica, durante l’inverno tende a comparire con maggiore frequenza, mentre in estate scompare.